Intervista a Francesco Malcom – 2a Parte

Hai citato Damiano che, con D’Amato, all’epoca ha portato avanti un lungo sodalizio artistico…

Entrambi giravano delle parodie. Damiano era sul filone più divertente, stile parodia delle favole: lui faceva porno per il suo divertimento ed era un po’ factotum…D’Amato era orientato più sul remake storico, ad esempio i vari ‘Antonio e Cleopatra’, ‘Fuga di mezzanotte’…D’Amato faceva tutti film belli e importanti. Poi Damiano usava la stessa location, cambiava i costumi e ne ricavava 3, 4 film arrangiati ma sempre di buon livello.

In seguito, quando è morto D’Amato, Damiano si è messo a fare sia i film di punta, sia quelli secondari, firmandosi sempre col suo nome.

L’ultimo vero film di Luca Damiano è ‘Penocchio’ (2003) prodotto da Salieri, che lo considerava un film minore.

Sono particolarmente fiero di quel film, perchè gli sketch nascevano sul set, senza sceneggiatura, con un canovaccio minimo. Era tutto improvvisato, nasceva lì per lì: nel film lui interpretava Geppetto e faceva finta di insegnarmi le cose, io gli rispondevo delle volgarità così poi lui si incazzava. L’idea era. ‘giriamola, se viene carina la teniamo, altrimenti si ripete’.

Ad esempio: nella scena in cui lui doveva insegnarmi a camminare, io ho visto un palo e mi è venuto istintivo dire ‘Papà, guarda che cazzone!’, lui si arrabbiava e mi inseguiva.

Poi succedevano anche delle cose buffe, come nella mia scena hard con Cristina Bella. Ci trovavamo in una specie di castello…noi stavamo sotto e c’era Salieri che stava girando al piano di sopra…io mi stavo facendo fare un bocchino mentre mi agitavo con le mani come Pinocchio…ad un certo punto alzo gli occhi e vedo che tutto il set di sopra si era fermato e si stava pisciando sotto dalle risate!

Facendo un passo indietro, va doverosamente ricordata anche la tua produzione francese…

In Francia c’era il filone di Canal+, io ero il loro attore feticcio, poi c’era il discorso della fortuna: avevo un ascendente con le francesi: mi chiamavano loro perché in giro c’erano i soliti francesi scorreggioni, e le donne – come gli uomini – dopo un po’ volevano cambiare…spesso venivo chiamato perché mi avevano consigliato le attrici, poi ero un attore di punta che parlava francese. Se volevi l’italiano charmant o chiamavi Malone o chiamavi Francesco.

Giravo molto con John B Root, uno dei miei registi preferiti.

Se volevano fare una scena passionale che non fosse ‘alla Rocco’ l’altra opzione la davo io, che facevo scene intense ma più romantiche. Poi magari è passato più ‘il porno forte’, io se proprio non era richiesto nella scena preferivo creare il feeling.

Del resto son cose concordate, è il tipo di contesto che crei: l’attrice può essere una donna che scopi come te la scoperesti in privato, facendo le scintille…se al tuo pubblico piace throat gagging e anal alla fine fai tutte scene simili, diventi un timbro di fabbrica ma ti precludi altre scelte.

Ad esempio, in Francia la donna è più dominatrice, in Italia il contrario, in Germania facevano gli all sex già negli anni 90.

Con Canal+ io ho lavorato anche per Gaspar Noé – che ho conosciuto nel 1994/5 – e Cedric Klapish nello stesso tipo di progetto: si trattava di 5 cortometraggi fatti da altrettanti registi emergenti, un prodotto porno destinato a sensibilizzare sull’uso del preservativo.

Tra le attrici francesi con cui hai lavorato c’è Raphaela Anderson, una mia vecchia passione. Qualche curiosità su di lei?

Con Raphaela Anderson girai la sua prima dp anale che era anche la mia prima dp. Come ti dicevo, avevo un modo di fare che non era aggressivo, ed essendo lei più mascolina, andavamo d’accordo. Considera che io l’ho conosciuta che lei faceva la sua prima o seconda scena hard, per cui forse era un po’ intimorita…

Simona Valli invece com’era?

Molto fredda…diciamo che non faceva i salti di gioia prima di fare le scene. Ad esempio, prendi la prima scena di ‘Incontro a Venezia’: le condizioni erano molto scomode, faceva freddissimo, eravamo su una gondola a Febbraio vestiti molto leggeri…ricordo che c’era il suo fidanzato dell’epoca, Gianfranco Romagnoli…io mi rendo conto che la scena era molto difficile da fare, perchè Simona non voleva essere toccata né baciata…probabilmente un altro avrebbe rinunciato, io però ho l’idea di farmi una pippa, mi viene duro e inizio a fare la scena.

Simona Valli era molto bella, molto dolce, ma non era quello il lavoro per lei. Io che c’ho lavorato più volte insieme posso dirti che non era molto partecipe. Sul piano umano c’è sempre stata stima reciproca, comunque.

Scopriamo allora l’acqua calda: quanto a donne non puoi certo lamentarti…

E infatti chi si è mai lamentato? Il discorso è questo, dal primo momento in cui ho iniziato a lavorare ero in quel di Milano in produzioni amatoriali: le donne non è che fossero tutte eccezionali, la mia fortuna è stata, come dicevamo prima, quella di essermi inserito entro il primo anno nel giro buono.

La prima volta che vidi tutte le attrici di Salieri mi stavo per commuovere: c’erano Julia Chanel, Tabatha Cash, Draghixa, Deborah Wells, Maeva, tutte nello stesso film, una meglio dell’altra. Quindi ho cominciato a lasciare le produzioni minori – quando potevo ne parlavo comunque bene, ma poi le ho lasciate per fare il salto di qualità.

Invece in America non ci sei stato…

Io ho fatto solo un errore, non aver esplorato l’America: quando gli americani che venivano in Europa mi chiamavano giravo con loro a Cannes o Budapest, però là non ci sono mai andato.

Nel 2007 esci dal mercato, ovvero…

…non è che smetto del tutto, ma comincio a selezionare molto di più. Vado a scegliermi produzioni in cui non devo essere impegnato 24 ore su 24. Ho continuato a lavoricchiare, una volta ogni tanto, quando sapevo che c’era una produzione in cui mi andavo a divertire – i francesi, Andrea Nobili – altrimenti ho chiuso i battenti per dedicarmi ad altro. Con Andrea Nobili era più divertente non per via delle scene, ma perchè la notte potevi fare quello che ti pareva, cosa che prima, quando facevo l’attore professionista, non potevo permettermi. Ad esempio prima, per non compromettere le scene, potevo scopare per conto mio solo l’ultima sera di produzione…

Quando ho smesso mi son reso conto che molte delle produzioni stavano annaspando…quei 3 o 4 che ora hanno i siti migliori hanno preso senza chiedere il permesso i diritti di tutti questi film che costavano un sacco di soldi, li hanno buttati su internet gratuitamente ed hanno iniziato a guadagnare cifre altissime all’anno fino a diventare delle potenze mondiali. Pe cui uno si crea il canale nel sito grande accontentandosi di una percentuale minima pur di stare lì…

Oggi c’è però un vantaggio: le tecnologie di permettono di fare delle cosette carine se sei ambizioso, puoi autogestirti e distribuirti. Oggi le attrici portate possono guadagnare mandando i loro video senza passare per la produzioni, il mercato si è completamente trasformato. Tu puoi pure essere bravissima, ma se non hai il senso dell’automenagement su internet non ti vedrà mai nessuno.

Ad ogni modo degno di citazione è il tuo lavoro fatto per la mini serie TV ‘Moana’ (2009) con Violante Placido…

Io ho collaborato dando dei consigli e raccontando delle cose che ricordavo accadute sul set con Moana…il film non è riuscito bene per un vizio di forma, esendo stato fortemente rimaneggiato. Prima il regista era Cristiano Bortone che aveva firmato la sceneggiatura, poi dopo 2 settimane di produzione ci fu un litigio a cui seguì un cambio di regista (Afredo Peyretti) riscrivendo la sceneggiatura, che presenta dei buchi (scomparsa del personaggio di Cicciolina, Schicchi che subisce le angherie di Matera, dipinto erroneamente come una specie di ‘boss’).

Nella fiction si racconta che, per amore di questo attore, Moana si ritrova in questo set hard dove le avevano comunque rassicurato che il film non sarebbe uscito in Italia, lei viene dipinta come un personaggio inconsapevole, un po’ alla ‘Justine e le disavventure della virtù’, in realtà lei era cosciente e sapeva benissimo quello che faceva.

Anche i personaggi appartenenti al mondo del porno son un po’ dei clichè…si tratta di una fiction all’italiana, in cui tu mostri dei personaggi che sono o solo buoni o solo cattivi, non c’è una tridimensionalità del personaggio, una ‘zona di penombra’.

Ad ogni modo molto brava Violante Placido, che aveva un sorriso che ricordava molto Moana.

Dal 2007 in poi quali altri lavori hai fatto?

Ho recitato in ‘Equinox’ per la regia di John B. Root per Canal+, poi ho fatto 4 produzioni indipendenti horror ed alcuni film e scene per Xtime. Mi sono anche dedicato al progetto ‘Meritocazzia’…

Ecco, parlaci un po’ di ‘Meritocazzia’…

Meritocazzia nasce nel 2015 come tentativo di sperimentare un talent show per il web. E’ un talent per gii aspiranti pornoattori che deriva dal mio gusto per il trash ed è caratterizzato da un forte aspetto ludico. Io ne sono autore, regista e presentatore.

il prodotto doveva irrompere nei social per portare nel settore gente nuova che guardava Facebook, quindi il programma non doveva essere porno eccetto che per il pompino che il candidato riceveva veramente. L’aspirante attore si mette dentro questa cornice, c’è una tendina e c’è un’attrice – Lady Fellatio (Francesca Di Caprio e Ana Marco, ndA) – che si mette a fargli un bocchino. Mentre gli viene fatto il bocchino lui deve drizzare e rispondere a dei quiz, fare dei giochi di abilità. Se supera tutti questi parametri ottiene un contratto per una scena con xtime.

Il progetto è nato così: stavo discutendo con Luigi Di Capua dei Pills, io avevo l’idea di fare un talent porno in cui, anzichè riprendere il bocchino, venissero riprese le espressioni di quello che il bocchino lo riceveva: la reazione che hai quando uno ti parla o ti infastidisce mentre tu ti stai facendo fare un bocchino. Come presentazione per la selezione dei concorrenti io chiedevo loro un videomessaggio con la dichiarazione di voler partecipare al programma. Una commissione di autori, attrici e produzione in generale decideva poi chi far partecipare.

Si tratta di un programma televisivo vero e proprio: sul set dovevamo essere una 30ina con 8 operatori, abbiamo girato 3 puntate in un giorno…non era facile.

Ogni puntata ha una durata di 8 minuti, ne sono state girate 5 in cui poi Xtime ha aggiunto anche dei contenuti hard, fino ad arrivare ad una ventina di minuti.

Proposi ai titolari di Xtime di produrlo e sponsorizzarlo, i passaggi su Facebook sarebbero serviti a far iscrivere da loro la gente interessata. Nel frattempo però Xtime hanno interrotto le produzioni…

Il format di ‘Meritocazzia’ è stato apprezzato per aver rotto gli schemi, tuttavia il programma ha anche ricevuto delle critiche per la presenza nel cast di Andrea Diprè. In un contesto simil ‘galleria d’arte’ – il casting si svolge infatti attraverso una cornice in cui appare il candidato – mi serviva proprio la figura del critico d’arte ‘trash’ che si prestasse a far ridere e ad essere deriso, per cui Diprè era funzionale allo scopo. Per lui c’era una censura: doveva fare solo il critico, se avesse iniziato a parlare di altro io avrei tagliato.

Io avevo già girato con lui le prime puntate pilota, che poi sono uscite dopo perchè avevo il problema di trovare un tecnico per il montaggio: alla fine ho risolto montando le puntate da solo.

Avevo promesso che, se la cosa avesse avuto un seguito, avrei confermato il cast delle prime puntate, ed in effetti le prime due hanno ricevuto molte visualizzazioni.

Ho avuto delle difficoltà nel far sì che la stampa parlasse del format, lo ha fatto solo ‘Il Fatto Quotidiano’ a condizione che Diprè non fosse citato.

Siccome l’idea mi piace, riprenderò il progetto per selezionare gli attori anche tramite il sito che sto creando in questo periodo, in cui inserirò anche le mie scene di cui detengo i diritti.