Intervista a Symba

Symba, com’è iniziata la tua passione per le arti figurative?
Ho iniziato a disegnare da piccolissima, poi mi sono diplomata in un istituto di scultura e architettura…ho coltivato sempre questa mia passione per poi scegliere una scuola di arte in Ungheria. Tramite la scuola ci ingaggiavano per realizzare delle bandiere della vecchia Ungheria ad esempio. Ho avuto anche un’esposizione permanente in Piazza del Duomo di Szeged, la città in cui ho studiato.
Nel 2000 arrivo in Italia: all’epoca facevo la ballerina di lap dance, prima lavoravo in Grecia e in Germania…incontrandomi con altre ragazze mi dicevano che i veri soldi erano in Italia, per cui sono venuta.

L’impatto lavorativo con l’Italia è stato positivo?
Si, mi sono divertita molto. Con la testa di allora pensavo poi che era sempre meglio che stare a casa. Continuavo a fare la ballerina di lap dance e lavoravo anche per Playboy, facevo la fotomodella insomma. All’inizio venivo per qualche mese e poi tornavo a casa, questo per i primi anni…poi son rimasta fissa e mi son trasferita qua.

In quel periodo hai sospeso la produzione pittorica…
Si, in quel periodo ho interrotto il lavoro connesso alla pittura, l’ho ricominciato nel 2003. Accadde che un fotografo vide i miei quadri e mi propose di portarmi al MiSex, dove sono andata nel 2004 con un’esposizione, tornandoci anche negli anni successivi. Riccardo Schicchi mi ha vista lì e per tre anni ha insistito affinché andassi a collaborare con lui, io però ero troppo timida, non me la sentivo. Poi nel 2007 decido di andare a Roma dove lui aveva l’agenzia…Schicchi mi aveva promesso che mi avrebbe aiutato con i quadri, invece niente…mi ha portato subito in un locale ed ho così iniziato a fare degli spettacoli.

L’idea di dipingere nuda si deve a Schicchi?
All’inizio io dipingevo vestita. Lui mi suggerì di dipingere spogliandomi perché era una forma d’arte un po’ diversa. Prima non ci avevo mai pensato, perché anche se facevo la ballerina di lap dance ero molto timida, molto introversa…prima di iniziare gli spettacoli non mi sentivo sicura, anche al MiSex del resto mi ero vestita normalmente per dipingere.
Con Riccardo bisognava fare spettacoli come le pornostar vere, per questo forse anche oggi non c’è tanta chiarezza su questa cosa. Anche se sei una sexystar alla fine devi esibirti col vibratore…lì c’è penetrazione e quindi, per definizione, è pornografia. In tanti casi molti locali usano quindi il termine ‘pornostar’ come trucco pubblicitario, altri per farti capire che se non sei una pornostar ti devono pagare meno.
Tra l’altro io non sono nessuna delle due – sexystar o pornostar – io sono la sexy pittrice.

E questa definizione di ‘sexy pittrice’ come nasce?
Anche questo credo sia partito da Schicchi…subito ho cominciato a fare tutte le fiere in Europa, i critici che mi hanno vista hanno cominciato a definirmi così anche perché ero unica a livello mondiale: se tu guardi non c’è nessuno che fa una cosa del genere. Ci sono quelli che dipingono col corpo, fanno body painting, ma quello che faccio io non lo fa nessuno.

Porti la tua arte in giro per l’Europa intera dunque, ricevendo anche dei riconoscimenti…
Lavorando in Europa ho vinto anche tre premi internazionali per l’eleganza della pittura e la raffinatezza. Tra le altre, sono stata presente al Ficeb di Barcellona nel 2006 e 2007 ed in varie fiere erotiche in Francia, Belgio, Portogallo, Olanda, Germania, Romania.
Non mi sono mancate le critiche: in Italia alcuni hanno sostenuto che io ho mercificato il mio corpo e la cosa è stata giudicata mortificante per le donne. Guarda, il mio modo di dipingere lo vedo come una forma d’arte, non voglio assolutamente sminuire le donne, anzi: voglio far vedere la bellezza e la naturalezza della nudità. Sono appoggiata anche da alcuni gruppi di femministe che hanno capito quello che desidero trasmettere.

Per quanto riguarda la ricezione del pubblico davanti a te che dipingi seminuda, quali differenze hai riscontrato nei vari Paesi, ovvero: chi ti ha giudicato dal punto di vista artistico e chi invece si è fermato all’osservazione del tuo corpo?
Ogni nazione è diversa: gli spagnoli sono assatanati, però comunque apprezzano i quadri…i portoghesi son molto timidi…dal punto di vista artistico direi soprattutto francesi e olandesi comunque, ma in generale sono apprezzata anche come pittrice. L’unico posto dove questo non passa è l’Italia: qui vogliono vedere solo il nudo, dell’arte non gliene frega niente. Anzi, spesso mi è capitato che – essendo di schiena rispetto alla gente quando dipingo – magari assumo delle posizioni erotiche in cui si può vedere sia il corpo sia quello che faccio…e mi son trovata con il naso delle persone addosso, spesso volevano farmi delle foto e basta, erano invadenti e dicevano volgarità, non rispettando il fatto che stessi comunque lavorando ad un quadro.
Oppure accade che quando vai un attimo in pausa cercano di metterti subito le mani addosso…veramente, queste cose son successe solo in Italia. Altrove si son dimostrati molto più rispettosi della mia privacy, non mi saltavano addosso.

I tuoi disegni manifestano figure di gusto gotico/tribale con forti richiami fantasy, il tutto in bianco&nero. Come si genera una tua creazione?
La pittura mi nasce così, naturalmente. Non c’è niente di deciso. Stesso discorso anche per i colori: è una cosa che mi viene da dentro, non saprei spiegarti il perché. Ho iniziato a dipingere questi soggetti a 16 anni, quando ho trovato le riviste erotiche di mio padre, prendevo spunto da quelle.
Ripensandoci, riguardo al bianco&nero, devo dire che anch’io sono fatta così: non ho sfumature, o questo o quello, o si o no. Il mio modo di essere è un po’ così.

Cosa possiamo dire allora riguardo ad eventuali fonti di ispirazione?
Adoro l’opera di Hans Ruedi Giger (il creatore delle scenografie del film ‘Alien’, nda), anche i miei tatuaggi sono i suoi lavori. Mi piace molto Bosch e anche Witkin, quest’ultimo per quanto riguarda la fotografia. La produzione di questi artisti la trovo molto erotica e mai volgare. Nel caso di Giger poi c’è anche la presenza dell’alieno, dell’extraterrestre, che si ritrova nei miei lavori.

Dipingi sempre su grandi dimensioni, immagino…
Le dimensioni delle superfici su cui lavoro sono enormi, anche due metri. Utilizzo materiali naturali riciclati o biodegradabili. Anche il colore è fatto in modo naturale a base d’acqua.

Ad oggi prosegui le mostre in giro per l’Europa?
Dipingo solo ed esclusivamente su ordinazione oppure quando mi invitano, perché la mia pittura è proprio una performance dal vivo, il suo senso è quello: dipingere davanti al pubblico, tutto nasce davanti alle persone dal vivo. Esposizioni ne ho fatte alcune, ma l’erotismo esplicito delle mie opere può essere un problema per alcune gallerie.

Al di fuori del discorso artistico di cosa ti occupi?
Ho cominciato a studiare tutto quello che riguarda la vita spirituale, non parlo di religione, mi riferisco allo scoprire se stessi: adesso dopo diversi anni sono diventata una terapeuta e faccio kinesiologia emozionale, Seiki Soho e Theta Healing, lavorando durante la settimana a casa. Nel fine settimana faccio gli spettacoli in tutta l’Europa.

Proprio riguardo agli spettacoli ti chiedo: quali peculiarità presenta un tuo show, e quali differenze hai notato in questo settore nel passare degli anni?
Il mio stile di spettacoli resta molto particolare, molto femminile, sensuale e ‘lento’. Anche le musiche sono ricercate così come gli attrezzi e i costumi: cerco di ‘colorare’ i miei spettacoli, ho preso accessori anche in Tibet, Nepal e India. La risposta di pubblico mi pare buona, ma questo ambiente è comunque cambiato. Prima la musica, i movimenti ed i costumi erano molto apprezzati.

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