Mina, facciamo un viaggio nel tempo tornando indietro al tuo ingresso nel settore dell’erotismo: quando e come è avvenuto?
Il tutto è iniziato 11 anni fa, perché con il mio compagno abbiamo deciso di provare a vivere l’esperienza scambista in maniera all’inizio molto timida, com’è giusto che sia, ci siamo aperti ad un mondo che abbiamo scoperto divertirci moltissimo. Da lì è nata la possibilità di creare un locale per scambisti, che ancora abbiamo adesso dopo 8 anni, che si chiama Monella ed è a Torino.
Quest’esperienza ci ha sicuramente aperto altri mondi, visto che noi abbiamo continuato a girovagare nei locali. Il fatto di star fermi nello stesso posto ci risultava indubbiamente noioso, oltre al fatto che, se vuoi veramente migliorare, devi anche conoscere le altre realtà. Quindi, continuando a girare, siamo capitati a Milano ed abbiamo fatto amicizia con il proprietario di un locale che ogni settimana aveva un’ospite internazionale, tra sexystar e pornostar. In questo locale, capitò un giorno che l’artista non venne: il proprietario nostro amico allora mi disse ‘dai, fallo tu uno spettacolo!’ e io mi sono buttata, mi son divertita tantissimo – quest’aspetto dell’esibizionismo mi ha esaltato – e quindi da lì ho cominciato a propormi come performer diventando poi sexystar. La cosa a quanto pare è piaciuta, permettendomi di cominciare a fare spettacoli nei locali, nelle fiere, in Italia e anche fuori, conoscendo poi le diverse realtà – Italia, Spagna, Portogallo, ognuna diversa dall’altra.
Detto questo, abbiamo deciso di far venire anche a Torino queste artiste – infatti è da anni che il Giovedì abbiamo un’artista che il pomeriggio e la sera fa uno spettacolo, vivendo con i soci la giornata. Facendo conoscenza con queste artiste, il mondo dell’hard non mi è sembrato così lontano da quelli che erano i miei desideri e la mia volontà di sperimentare, quindi ho iniziato anche a girare delle scene hard e tutt’oggi continuo. Oltre a questo mi piacciono anche i motoraduni ad esempio, amo esibirmi nella maniera opportuna a seconda del pubblico che ho davanti. L’entusiasmo che ancora oggi vivo nel mondo degli spettacoli fa si che questo mondo continui ancora ad appassionarmi.
Immagino dunque che la tipologia di spettacolo che proponi vari appunto a seconda delle diverse occasioni…
Assolutamente si: è chiaro che in un motoraduno farai uno spettacolo più soft, perché devi avere rispetto della tipologia delle persone che ti guardano, mentre in un club è tutto molto più libero e non ci sono tante convenzioni.

Come avviene la genesi dei tuoi show, qual’è il procedimento creativo che porta alla definizione di un tuo spettacolo?
Ti dirò una curiosità: la maggior parte degli spettacoli mi viene in mente di notte, magari sono nel dormiveglia…penso, ragiono…mi viene in mente il soggetto, e da lì rifletto per stabilire la musica e il modo in cui affrontarlo. Questo quando sono da sola. Se invece si tratta di uno spettacolo con un altro artista, uomo o donna che sia, è chiaro che invece l’elaborazione è ben diversa: bisogna confrontarsi, capire quali sono le opportunità che possiamo sviluppare insieme. Ad esempio, lo spettacolo che ho preparato con Monica Maserati 3 anni fa c’abbian messo ben due mesi a crearlo, perché nulla può essere improvvisato, altrimenti cadi nella banalità.
Deve quindi passare il messaggio che l’improvvisazione non paga in termini di qualità…
Se si vuole fare qualcosa di importante, di decisivo agli occhi del pubblico, tutto deve essere ben calibrato e stabilito precedentemente. Naturalmente la difficoltà quando si è in coppia è che bisogna trovare degli equilibri tra due stili anche diversi che devono incontrarsi. Poi l’empatia nasce a priori, nel senso che non farei mai uno spettacolo con una persona che non mi va a genio.
Facciamo un ragionamento sulle artiste che si sono affacciate a questo settore negli ultimi anni e, contestualmente, su come il pubblico dei locali è cambiato. Cosa puoi dirmi in proposito, secondo la tua esperienza?
E’ vero che negli ultimi anni nuove presenze importanti a mio parere non sono arrivate rispetto magari a 5-6 anni fa in cui c’è stato un biennio di ‘boom’ di scoperte, alcune artiste hanno poi proseguito in maniera molto professionale e qualcun’altra è stata solo una meteora. In questo periodo trovo che la situazione sia abbastanza stabile…nel mondo dell’erotismo fortunatamente ci sono grandi artiste nate magari 15, 20 anni fa che continuano a ’stare sul pezzo’ e che sono splendide, offrendoci una visione di com’era in passato e di come hanno saputo evolversi e adattarsi alle esigenze del pubblico. Se parliamo di 20 anni i club erano al loro esordio, i night invece esistevano già, era un mondo che si stava rinnovando, mentre adesso la gente è sicuramente più scafata, abituata, si sorprende soltanto se offri un prodotto di alta qualità.
Un’altra cosa che posso dire e che mi fa molto piacere è che è bello, soprattutto nei club ma anche nei night così come nelle fiere di settore, vedere che il numero di donne che li frequentano, in coppia o da sole, è in aumento. Il che vuol dire che anche in Italia il concetto di libertà sessuale sta crescendo.

Prima accennavi alle diversità di pubblico secondo i vari Paesi…rispetto all’Italia quali distinzioni possiamo fare?
Il paragone è forte, nel senso che Spagna e Portogallo hanno secondo me da anni un’apertura mentale maggiore, ho potuto constatare come là fiere e spettacoli sono vissute come da noi potrebbe esser vissuta una mostra delle auto…non vengono cioè viste come una cosa ’straordinaria’, un evento di certo bello da vedere ma non proibitivo, non un qualcosa da fare e ’nasconderlo’ agli altri.
Parlando invece della tua esperienza nell’hard, ho notato come tu ti sia ritagliata un ‘tuo mondo’ sia da performer che da produttrice, è corretto?
In realtà le collaborazioni ci sono state e ancora continuano, perché ho avuto il piacere di girare con Roby Bianchi, Michelle Ferrari, Dana Santo, varie altre artiste e registi, però è vero che il mio ‘piccolo mondo’ mi soddisfa, nel senso che la volontà è quella di decidere per me stessa, che per me è molto importante. Non amo le imposizioni e non amo trovarmi in situazioni in cui io debba per forza di cose fare un qualcosa che non mi aggrada. Se vuoi, questa scelta è dettata dalle mie esigenze personali: io sono dell’idea che quello che faccio deve sempre piacermi, quindi se lo creo a modo mio e ciò che realizzo soddisfa il pubblico allora va bene.

E riguardo alla presenza costante della mascherina cosa puoi dirmi, come nasce questo accorgimento?
E’ legato al fatto che, agli albori, il primo agente con cui entrai in contatto mi disse ’secondo me, se vuoi entrare in questo mondo – quello degli spettacoli – devi distinguerti. Per cui la scelta della mascherina è stata basata su questo. Un volto purtroppo può confondersi con un altro, invece una maschera che rimane negli anni sempre la stessa è distinguibile, te la ricordi.
Parlando di film, ho notato come prediligi la scelta di un cast fatto di attori non professionisti…
Spesso e volentieri scelgo degli attori non professionisti proprio perché mi piace la sperimentazione. Rivolgendosi ad un professionista, è chiaro che hai la certezza del risultato: sanno come comportarsi, come muoversi…mentre invece l’uomo ’normale’ che decide di provare questa esperienza diventa, se vuoi, un po’ più intrigante, perché non è scontato che tutto vada sempre perfettamente al 100%, come effettivamente è già capitato. Ho avuto il piacere di scoprire attori non professionisti bravissimi, e altri che invece hanno avuto delle defaillances…ma lo metto in conto e lo vivo anche con il piacere della scoperta. Magari riuscire a fargli superare il momento di imbarazzo durante le riprese per me è uno stimolo, oltre al fatto che secondo me il prendere attori non professionisti fa sì che il pubblico possa immedesimarsi meglio. E’ chiaro che il pubblico che accoglie l’hard non è fatto tutto di palestrati, belli e affascinanti: saranno persone normali, com’è giusto che sia, e credo che in questa maniera si sentono più coinvolti.
Il tipo di sessualità che vivo io è una sessualità che potrebbe essere anche quotidiana, è un sesso fruibile anche da una normale coppia come io ho effettivamente visto vivere nei locali in cui vado e nel mio stesso club: una coppia normalissima che magari quotidianamente ha una vita semplice riesce a sentirsi libera in un ambiente idoneo, arrivando quindi a vivere il sesso anche in maniera estrema se vuoi, o comunque fuori dalle canoniche cose che vengono fatte di solito. Nel mio girato, dunque, c’è anche questa realtà: si tratta di sesso fattibile, non è da ’supereroi’.
Un accenno alla realtà produttiva e distributiva legata ad internet: lo trovi un canale positivo per quanto ti riguarda?
Parlando della mia realtà, io trovo soddisfacenti i risultati. Posso dire che il fatto che molte cose siano gratuite e fin troppo accessibili un po’ da tutti è una cosa che mi turba e non lo trovo sensato, perché ci rivolgiamo ad un pubblico consapevole che deve avere una maturità sessuale tale da poter capire di che cosa stiamo parlando. Quindi il fatto di essere esposti a tutti a prescindere dall’età, indistintamente, lo trovo sbagliato e dannoso.

Un altro aspetto legato ad Internet riguarda l’uso delle cam, oggi divenuto parte integrante di questo settore ed esercitato da molti attori/attrici con frequenza quotidiana, arrivando in alcuni casi a preferirne la comodità ‘domestica’ alle difficoltà delle trasferte legate agli spettacoli nei locali. Un paragone fuorviante, direi…
Indubbiamente sono due cose differenti…durante uno spettacolo tu vai dalla gente, la tocchi, la sfiori e ti lasci anche sfiorare, non è paragonabile alla visione attraverso uno schermo. Si tratta di emozioni diverse, partendo però dal presupposto che ci sono anche molte persone che, per situazioni personali o blocchi psicologici, non riuscirebbero mai ad uscire dal loro guscio ed esprimersi in maniera libera…questo mondo virtuale fa sì che una persona possa proporsi un po’ come vuole per quei 10 minuti/quarto d’ora, per poi tornare nella propria ‘regolarità’.
Tu sei o sei stata una camgirl attiva?
C’è stato un periodo in cui sono stata molto presente e mi sono anche divertita, ma come ho detto prima una cosa la faccio solo fino a quando mi diverte…in questo periodo quel tipo di ‘relazione’, quell’impegno anche emotivo se vuoi – perché poi si creano in effetti dei rapporti, delle confidenze – non lo sto portando avanti.
io in questo periodo sono molto più interessata a far funzionare bene il mio locale, preferisco dedicarmi di più a quello. Sono interessata anche ad ampliare il mio ventaglio di locali in cui faccio spettacoli, per cui è una questione di scelta, dipende dagli obbiettivi che tu ti poni in un determinato momento.

Per cui qual’è a tutt’oggi l’ambito che ancora senti maggiormente tuo e ti regala le soddisfazioni e gli stimoli maggiori?
Tra tutti, in assoluto ciò che continua realmente e pienamente ad esaltarmi sono gli spettacoli, sia da protagonista che da organizzatrice. Questo perché è un’emozione che si rinnova: anche dopo vari anni che lo faccio, prima di affrontare uno spettacolo in un locale c’è sempre quell’adrenalina, ti chiedi: chissà come andrà, chissà se piacerò…io non dò mai nulla per scontato, quindi questo mi stimola a dare sempre il 120%. Inoltre avere nel mio locale un’artista famosa e vedere che la scelta è stata giusta, che i soci hanno apprezzato venendo numerosi e accogliendola nel modo migliore con applausi spontanei durante lo spettacolo è molto esaltante anche quello.
Il bello della dimensione ‘dal vivo’ è che hai un riscontro immediato con la gente. Parlando ad esempio dei motoraduni, è chiaro che mi rivolgo ad un pubblico se vuoi un po’ ostico, particolare, che si, guarda lo spettacolo ma magari parte un po’ prevenuto…io cerco di puntare molto sulla simpatia e sull’empatia, non mi propongo come ‘la vamp’ che non sono e non mi sento, punto piuttosto sul fatto di arrivare lì col sorriso, con tutta l’umiltà possibile e desidero far divertire a prescindere dal tipo di pubblico a cui mi rivolgo.
Bisogna sempre tener presente che il tempo libero di ogni persona è sacro, se una persona che lavora tutta la settimana riesce a ritagliarsi qualche ora da vivere in un locale e, nel mio caso, sceglie di venire proprio per conoscermi, per me è un onore. Nel nostro piccolo dobbiamo cercare di dare il meglio possibile, con dignità e con l’eleganza che ci possiamo permettere.
Viaggiando su e giù per l’Italia, quali specifiche hai notato tra pubblico del Nord, del centro e del Sud del nostro Paese?
C’è anche una differenza su questo…i locali si concentrano molto sul centro/nord Italia, al Sud purtroppo ce ne sono molti meno e nelle occasioni in cui ho avuto modo di fare spettacoli nel meridione ho constatato che il pubblico non è molto abituato…magari sono molto più timidi, mentre il pubblico del Nord sa già cosa aspettarsi e se gli vai vicino la carezza te la dà, al Sud li vedo un po’ più bloccati. Nelle fiere invece la cosa divertente è che se sono in tanti – parlando sempre del Sud – sono estremamente solari, rumorosi e coinvolgenti, mentre quando sono da soli, a tu per tu, si dimostrano estremamente educati e galanti, cosa che ho apprezzato molto.

A questo proposito, croce e delizia dei nostri tempi è la body art: bella da vedere se usata nella giusta misura, senza mancare di una certa grazia. Cosa ne pensi tenendo conto anche delle preferenze del pubblico del tuo locale, ad esempio?
Un bel corpo femminile tatuato nella maniera giusta sono la prima a guardare e ammirarlo. Nel mondo dell’hard c’è una tale larghezza d’onda, talmente tante volontà ed ‘esigenze’ che anche l’attrice super tatuata e super rifatta trova il suo pubblico…secondo me ce n’è per tutti, ben venga che ci si possa presentare un po’ come si vuole. E’ chiaro che poi io so che cosa piace a me e quindi faccio delle scelte, ma chi sono io per giudicare? Ad esempio i soci del mio locale, per quello che ho potuto riscontrare, preferiscono piuttosto l’artista femminile più semplice che magari non è una bellezza eterea ma che sa rapportarsi, che chiacchiera, che è socievole, sorridente, che sa metterli a loro agio, perché alla fine secondo me oggi come oggi l’uomo apprezza il fatto che la persona con cui sta parlando abbia una cultura, si sappia proporre affrontando anche un discorso che vada fuori dall’ambito puramente erotico. Questo è ciò che ho potuto riscontrare tra le artiste che in tanti anni hanno frequentato il mio locale o che comunque ho visto in altri locali: le più apprezzate sono quelle che riescono ad intrattenere un dialogo. Si tratta di un valore aggiunto allo spettacolo vero e proprio, ed è per me anche una scelta personale: quando vado in un locale non mi fermo solo per lo spettacolo, parto dall’idea che se una persona ha fatto tanti chilometri per venire in quel locale a conoscere me non è solo per vedermi fare ‘la bella statuina’ sul palco, è perché magari dopo avrà piacere di fare due chiacchiere e di scoprire se, oltre quello che ha potuto vedere nei video e nelle varie cose che si trovano su internet, c’è anche una donna che possa affascinarlo.
