Maurizio, come nasce il progetto legato allo Studio Mineshaft e qual’è il ‘concept’, se così possiamo definirlo, che sta alla base della vostra produzione?
Il progetto dello Studio Mineshaft nasce in un modo abbastanza casuale, deriva infatti dalla grande passione che abbiamo per il porno unita alle nostre esperienze lavorative precedenti: io come regista televisivo e videomaker e Francesco come aiuto regista teatrale.
Vista la locazione del vostro Studio, mi viene da chiedere: perché Berlino e cosa offre nello specifico la vostra location, quali sono i suoi ‘punti di forza’?
Abbiamo iniziato a Berlino perché vivevamo già qui: è una città che amiamo molto e che frequentavamo già da molto tempo prima di venirci a vivere nel 2011. Usare il dominio .berlin per il nostro sito è un tributo affettivo a questa città che rimane la città più libera d’Europa, mentre Mineshaft è un ricordo per il mitico locale di New York degli anni ’70 https://en.wikipedia.org/wiki/Mineshaft_(gay_club). Mineshaft-Berlin è anche il nome di un’altra nostra attività: la gestione di appartamenti BDSM completamente equipaggiati nel centro di Schoeneberg, lo storico quartiere gay di Berlino.
Prima di iniziare questa esperienza qual’è stato il vostro background in fatto di hard e/o altri settori?
Prima di questa esperienza avevamo girato un video insieme davanti alle telecamere per la casa di produzione Pig-Prod. È stato molto divertente, il video si intitola Miners ed era un video di fist.
I vostri lavori sono orientati ad un BDSM gay strong&deep, non mancante però di una certa attenzione registica e ‘scenografica’ (es. uso delle luci) che rende i video davvero interessanti anche solo come esperienza visiva. Sbaglio se dico che mi pare importante per voi non solo cosa si gira, ma anche il ‘come’ si fanno le riprese?
I nostri lavori non sono orientati unicamente al BDSM, ci piace raccontare qualsiasi aspetto della sessualità maschile, qualsiasi forma di piacere e ci piace raccontarlo in modo coinvolto. Inoltre, come ti dicevamo prima, le nostre esperienze passate e la passione per il nostro lavoro, ci portano ad avere una particolare attenzione verso l’immagine che spesso è trascurata nel mondo del porno gay e quindi una grande cura verso le luci, la scena, le riprese e il montaggio. Ma ovviamente, seguendo il nostro gusto, anche verso gli uomini coi quali giriamo. La difficoltà maggiore la incontriamo soprattutto quando i partecipanti al video non sono troppo coinvolti, quando si vede che la partecipazione è legata a un aspetto puramente economico o privo di qualsiasi aspetto esibizionistico. E proprio per questo è molto difficile anche la parte del casting: sappiamo già che dobbiamo escludere le persone che ci chiedono, come prima cosa, qual è il compenso. Un’altra difficoltà è dovuta al fatto che non ci piace interrompere l’azione durante le riprese, per dare una sensazione di crescendo, per questo tutti i movimenti e tutte le posizioni devono essere provate prima di iniziare, in modo da non avere problemi con le luci o con le riprese.


Domanda breve ma complessa: com’è il vostro modo di vivere il BDSM e l’universo fetish in generale, ovvero quanto c’è di mentale nel BDSM e quanto di puramente fisico?
Noi abbiamo una visione molto particolare del porno: ci piace l’idea di mostrare il divertimento del sesso tra uomini, il coinvolgimento emozionale, il piacere che cresce, l’intensità delle sensazioni che si provano durante un rapporto sessuale. Nei nostri video vogliamo mettere al centro
l’uomo nella sua interezza, mettendo in risalto tutti i particolari maschili secondo noi fanno partire l’eccitazione in chi guarda. Non trovavamo più, nel porno che è online adesso, questo modo di girare i video e ci siamo chiesti perché non provare a raccontarlo noi.
Personalmente ho molto apprezzato, in ‘Time machine’, la scelta di optare per una soluzione grafica ‘retrò’ che richiama l’estetica del formato vhs: a cosa è dovuta questa decisione?
Cerchiamo sempre di mettere qualcosa di nuovo o di diverso nei video che facciamo, e in Time Machine ci piaceva questa soluzione. Siamo cresciuti coi video porno in VHS ed è stato come fare un viaggio nel tempo! In questo caso la scelta di lavorare il video in questo modo è avvenuta durante il montaggio, applicando filtri ed effetti vari.
In ‘A tribute to Al Parker’ – video dedicato appunto ad uno dei primi autentici pornodivi gay – il ’tributo’ consiste – correggimi se sbaglio – nell’applicare al pene una pompa che crea un vuoto d’aria, pratica frequente nei film di Parker…dico bene oppure ho preso un abbaglio? Parlami della ‘genesi’ di questo curioso lavoro…
Al Parker è sempre stato per tutti e due un mito: la vera icona gay. Per questo motivo abbiamo pensato di rendergli un tributo con un video. La pratica della pump è presente in molti video di Al Parker: abbiamo iniziato per gioco a riprenderci e alla fine è uscito un video molto particolare che richiama un po’ l’atmosfera di alcuni dei suoi video. È stato veramente molto divertente!


Che cosa deve avere il candidato ideale per un video targato Mineshaft?
Il candidato ideale per i nostri video è un uomo molto esibizionista, a cui piace il sesso e che lo vive come un gioco.
Per il prossimo futuro invece cosa avete in programma sul piano lavorativo?
Siamo, come sempre, alla ricerca di persone per girare i nostri video per riuscire a far partire il nostro sito www.studiomineshaft.berlin. Stiamo facendo magazzino per partire con una buona offerta di video, e ci piacerebbe farlo il prima possibile, ma non vogliamo assolutamente scendere a compromessi con la qualità del lavoro. Se qualcuno fosse interessato a partecipare a nostri video può mandare una mail a casting@studiomineshaft.berlin
Sito Ufficiale www.studiomineshaft.berlin
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