Intervista A Mari Milk

Mari, ti ho appena vista nell’ultimo episodio della serie porno parodistica de ‘Il Dottor Sburioni’ di Francesco Malcom intitolato ‘L’Urlo di Sburioni Terrorizza l’Occidente’, ma so che il tuo percorso e la tua esplorazione sessuale partono da lontano. Me ne vuoi parlare?
A livello di ‘pensiero’, la sessualità l’ho spesso vissuta come un problema in quanto fortemente presente in me. Si trattava di incontrare persone che mi facessero capire che no, non ero pazza a pensare e vivere il sesso in un certo modo: è una cosa normale, solo che viene detto e raccontato poco. In questo senso, il mio primo approccio è avvenuto in ambito universitario attraverso alcune letture, seguite poi dalla scoperta di eventi o manifestazioni in cui si poteva argomentare di porno. Ho partecipato ad uno di questi eventi con la presentazione dei film di Luigi Zanuso, e grazie al dibattito creatosi ho avuto modo di conoscere Maria Tinka e i Rosario Gallardo.
Tra di noi l’intesa è stata molto forte, e ti dirò che sempre all’interno dei Rosario Gallardo ho conosciuto un ragazzo con cui poi sono stata quattro anni. Con lui e con i Rosario o cominciato a fare in maniera sporadica delle cam: questo è stato il mio primo approccio con un pubblico virtuale. Inoltre ho partecipato ad alcuni loro eventi come performer.

Questa prima esperienza di camgirl ti è piaciuta?
L’ho trovata bellissima. Mi piaceva interagire con gli utenti in tutti i vari aspetti – le loro richieste, le loro reazioni, anche i loro insulti. In una situazione del genere ti metti molto in gioco ed impari ad attivare anche tutta l’ironia che c’è in te. A questo riguardo, posso dirti che il porno è stato per me molto liberatorio anche a livello ‘umoristico’, alleggerendomi e permettendo di vedere le cose attorno a me in maniera diversa, meno pesante. Tutto questo senza dimenticarsi della portata ‘politica’ che il porno assume, a mio modo di vedere.

Ovvero?
Per me il sesso – e quindi la pornografia – è il perno attorno a cui gira tutto nella vita. Agendo sessualmente vengono a cadere determinati costrutti sociali, da quelli banali ai più complessi. In definitiva, in un primo tempo ho approfondito questi concetti sui libri per poi metterli anche in pratica, diciamo così.

Parliamo allora delle tue prime esperienze sul set…
I mie primi film li ho fatti con Lucio Massa. Con il mio ragazzo di allora ho esordito in ‘Sexual Labyrinth’ e credo che si veda che era la mia prima volta sul set – ero molto tesa. Poi sempre in coppia ho partecipato a ‘Conscious Dream’

In questi due film – e nelle tue scene – ravviso un notevole sentore di intimità, un momento di erotismo ‘privato’ ripreso con discrezione dall’occhio della videocamera…
Si, c’era senz’altro molta intesa tra noi e con lo stesso Lucio. Con lui s’è creata una conoscenza ed una stima reciproca che ci ha portato poi ad altre collaborazioni ed altre sperimentazioni.

I film di cui stiamo parlando utilizzano un linguaggio fetish/bdsm per arrivare a toccare – e possibilmente spiegare tramite la messa in scena – anche verità di natura psicologica…
Esatto, infatti io ci riconosco una forte componente psicologica. Detto che questo tipo di cose io riesco a farle con persone di cui mi fido molto, l’approccio utilizzato nelle scene di Lucio ti mette in un ‘mood’ tale da arrivare a porti domande su altri livelli, più complessi, riguardanti anche la conoscenza della propria persona. Questo mi stuzzica moltissimo.

Un aspetto molto cerebrale dunque. Cosa possiamo dire invece della collaborazione con i Rosario Gallardo?
Con loro si è trattato di un’esperienza che, accanto alla componente di riflessioni che può suscitarti, si è manifestata in sesso sfrenato e godimento totale. I film a cui ho preso parte sono ‘Love Meetings’ e ‘Cumper’: quest’ultimo consiste in una performance porno il cui intento è non lasciare la sessualità soltanto come una parentesi biologica dovuta a uno sfogo di dieci minuti, rivendicandone l’esistenza e l’importanza nella nostra quotidianità come cosa concreta, al di là degli stereotipi. Una cosa interessante riguardante questo progetto è che tutto il sesso che si vede è ’reale’: noi che siamo nel film abbiamo fatto davvero tutto quello che ci andava di fare, sia laddove scopiamo o squirtiamo, per farti due esempi. Sono tutti momenti veri e naturali, senza nulla di finto, costruito e pianificato. A tal proposito, certa critica ha accusato il film di un eccessivo ‘fallocentrismo’ e questo secondo me non ha senso: se è il cazzo che volevamo in quel preciso momento, è quello che ci siamo prese. Che senso avrebbe avuto inserirvi forzatamente dei momenti lesbo solo perchè potevano ‘starci bene’?

Performance ed interazioni reali, dunque, con l’abolizione del concetto commerciale di finzione. Realtà indipendenti come i Rosario Gallardo o Lucio Massa vengono spesso etichettate – più o meno impropriamente – come forme espressive di ‘alt porn’ o ‘post porno’ per distinguerne la sostanza e la forma dal porno più mainstream. Cosa pensi riguardo a queste etichette?
Le etichette non mi piacciono e non saprei identificarmici. Se sento la necessità di mettermi nuda davanti ad una telecamera o fare determinate cose, perchè devo darmi un’etichetta? Forse serve a capirla meglio, ma alla fine è anche molto limitante. Io stessa sono andata a molti eventi classificati come ‘post porno’, ma per me è porno vero e proprio, ecco…quindi non ho neppure nulla da ridire su forme di hard più commerciale o ‘mainstream’: le guardo e mi capita di masturbarmici.

Quindi porno come professione, con tutto ciò che ne consegue – girare in modo seriale scene secondo direttive precise, fingere e, in definitiva, intrattenere?
Se vuoi considerare il porno come un’attività lavorativa vera e propria a me va più che bene. E’ chiaro se lavori all’interno di una ‘porn industry’ sarà necessario un approccio ‘mainstream’ in quello che dovrai fare, senza dubbio. Per me la questione è più complessa: io a questa mia sessualità non saprei rinunciare, perchè è parte di me e del mio modo di esprimermi. Allo stesso tempo, svolgo anche un altro lavoro e la mia intenzione sarebbe quella di poter portare avanti entrambe le cose che, per quanto diverse, ai miei occhi sono complementari.

Visto che non hai preclusioni ideologiche riguardo ad una forma di porno più smaccatamente commerciale, immagino che non sarebbe un problema per te considerare l’ipotesi di girare per una produzione che miri più alla quantità del girato che non alla qualità, per così dire, facendo del ruolo di performer hard una professione vera e propria in base ai gusti e alle tendenze del mercato…
E’ una domanda che mi sto ponendo, perchè riconosco di avere una predisposizione a fare porno e non mi preoccupa affatto di quello che la società può pensare a riguardo – se riesco a vivere con dignità, per me va bene. La mia problematica è legata alla sfera familiare: ho un rapporto molto bello con i miei, la sola idea di poterli ferire prendendo definitivamente una decisione del genere mi distrugge.

La tua famiglia sa comunque che il tuo forte interesse per la sessualità parte da un ottica di ‘studio’, per così dire?
I miei sanno che ho fatto una tesi universitaria sul sesso, così come sanno che a casa ho diversi libri molto espliciti…sul resto, so che sarebbero contrari, non capirebbero. Ecco, questo per me è un problema a cui penso spesso: sento che fare porno non può mancare nella mia vita, però non ho ancora capito come dare continuità a questa cosa senza fare del male a nessuno.

Senza dubbio sei molto combattuta a riguardo ed hai un conflitto interiore. E’ per questo allora che ad oggi sei apparsa in poche produzioni – Gallardo, Massa, Malcolm – e in alcune appari comunque con una maschera?
Esatto, in un certo senso mi autoboicotto cercando di non essere troppo visibile. Riconosco che questo atteggiamento sia molto limitante col risultato di perdere delle occasioni interessanti, devo raggiungere un livello di coerenza a riguardo.

Restando su questo argomento, è innegabile che la partecipazione alla scena del Dottor Sburioni con Francesco Malcolm ti metta in un’ottica di notevole visibilità. Vuoi per il nome di Malcom, apprezzato da fruitori di porno di ieri e di oggi, voi semplicemente perchè tu appari nel trailer chiaramente, a volto scoperto…
In realtà era già molto tempo che Francesco mi aveva proposto di girare qualcosa. Io esitavo nel dare una risposta definitiva, se non che col lockdown dell’anno corso sono arrivata ad una situazione in cui la mia vita intima ha subito un ridimensionamento terribile…mi sentivo repressa: avevo bisogno di girare, di scopare, di fare qualcosa. Per cui quando poi sono potuta tornare a Roma sono stata ben convinta nell’accettare l’offerta di Francesco. Tra l’altro dovremmo girare nuovamente tra un po’, ed io non vedo l’ora: da un lato c’è l’adrenalina del fare una cosa che mi piace, dall’altro il conflitto aperto per via della questione familiare di cui ti parlavo prima.

Il tuo vivere in un limbo tra il voler fare porno come esigenza personale e il limitarsi per il rischio che questo venga alla luce presso i tuoi parenti dura da qualche anno, se ho capito bene. Durante questo periodo non ti sono tra l’altro mancate delle proposte professionali…e la mia impressione è che, aumentando anche di poco la tua visibilità, tu possa raccogliere l’interesse di molte realtà del settore. In questo senso, è recente l’apertura del tuo Onlyfans…che tipo di materiale hai intenzione di inserire lì?
Momenti della mia routine quotidiana – per esempio masturbazioni sotto la doccia – così come spezzoni dei film che ho fatto. La mia idea è anche quella di fare ulteriori video con altri ragazzi e ragazze per poi caricarli…diciamo che al momento sto prendendo pratica con quello che posso o non posso fare all’interno di Onlyfans e le tipologie di scene che si possono inserire.

A proposito di tipologia di scene, ti senti sessualmente portata verso performance fetish o strong?
Il sesso ‘hardcore’ mi piace davvero molto. Il soffocamento ad esempio, oppure l’infilarmi una mano in gola con l’effetto puke/vomit, pissing, throat gagging, balls deep…si tratta di cose intime a mio modo di vedere, che nella mia sessualità faccio volentieri. Non so però se sarei capace di farle in un contesto totalmente estraneo, dovrei mettermi alla prova.

Parlando di penetrazioni, invece, hai provato delle doppie?
Doppie anali e vaginali le ho già provate, esperienze positivissime!

Per cui direi che non potresti di certo fare a meno di continuare a misurarti con forme di sesso così appaganti…
Assolutamente. Senza questo sarei una persona davvero più triste. Per molti versi, la realizzazione della mia sessualità mi ha salvato la vita da diverse problematiche emotive che mi affliggevano. Sesso ed esibizionismo sono stati per me un toccasana psicologico e liberatorio, senza i quali temo davvero di cadere in una profonda depressione…

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Gli episodi delle ‘avventure’ del Dottor Sburioni sono tutti nel Pornhub ufficiale di Francesco Malcom