Miss Flemish, nel tuo account leggo tre parole che definiscono la tua figura e le tue competenze: Findom, Femdom, Fetish. Tutti concetti correlati tra loro ed assimilabili, se sei d’accordo, nel grande universo del bdsm. Ti chiedo: quale dei tre è stato il primo, quello con cui hai cominciato questo percorso?
Ho iniziato facendo la FetishGirl sul mio blog su Tumblr. All’inizio lo trovavo semplicemente divertente e la prendevo come un’attività leggera. Poi, alcuni feticisti hanno iniziato a chiedermi delle sessioni online. Sono una persona curiosa ed ho deciso di provare, scoprendo che mi piaceva da matti e così mi si è aperto il mondo BDSM in cui sono da due anni.
L’essere MoneyMiss è secondo me uno stato di coscienza e, appunto, un modo di esprimere la propria personalità. L’aspetto finanziario lo vedo come un mezzo attraverso cui si sviluppa il rapporto tra una personalità dominante – la moneymistress appunto – ed una servile. In altre parole, per come la vedo io l’omaggio è il ‘mezzo’ ma non il ‘fine’, nel senso che dietro al drenaggio vero e proprio c’è tutto un contesto conoscitivo, di se stessi e degli altri. Cosa pensi a questo riguardo?
Anzitutto sfatiamo il mito che il moneyslave sia solo un rincoglionito che paga. NESSUNO invia centinaia di euro a casaccio, proprio perché il denaro per i nostri valori sociali è fondamentale. Alla base del gioco c’è sempre una profonda coscienza dei propri ruoli, capire a chi spetta cosa e lavorare insieme per migliorare. Dopo che si è creata questa complicità (e spesso non è detto che si crei, soprattutto online) viene quasi spontaneo inviare denaro o compiacere la propria Miss. Mi trovo in disaccordo però sulla distinzione fine/mezzo. Direi che è un 50/50 perché ogni slave è diverso e contatta una moneymiss per i più disparati motivi. Per alcuni il denaro è il mezzo per mantenere il rapporto D/s – il più comune a dire il vero, per altri – coloro che sono propriamente moneyslave, per definizione – il solo fatto di donare denaro ad una donna incondizionatamente è soddisfacente ed è il loro fine.

Restando parzialmente sull’argomento, nel tuo Twitter vedo scritta una frase molto interessante: ‘La sottomissione non implica una bassa considerazione di se stessi, invece implica un’alta consapevolezza della propria natura e il coraggio di viverla nonostante la società la dipinga come errata’. Potresti sviluppare questo concetto, in modo da fornire una chiave di lettura esauriente su cosa possiamo intendere per ‘sottomissione’ appunto’?
Da quando mi sono affacciata al BDSM mi sono resa conto di quanto la mascolinità tossica ci pervada; anche parlando con i miei slaves capisco quanto gli uomini si sentano pressati a non esternare alcun valore che non sia congruo all’ideale di “che cos’è un vero uomo”. La consapevolezza di sé e il coraggio di esternare un certo proprio lato caratteriale latente è il primo passo per una sottomissione sana. Essere sottoposti a qualcuno implica autocoscienza, controllo, perdizione e sacrificio ma anche e soprattutto cervello; uno slave dev’essere all’altezza di servire una Domme e per farlo sicuramente non dev’essere uno stupido.
E’ chiaro che, se la quotidianità è una dimensione in cui tutti indossiamo delle maschere ed interagiamo attraverso di esse, lo spazio di una ipotetica sessione bdsm è un luogo libero in cui ci si spoglia di tali ‘ruoli sociali’ per una sorta di catarsi, cercando in vari modi di tirar fuori la nostra essenza più repressa. In questo processo, che ruolo va ad assumere una mistress come te?
Per me questa è l’esatta definizione della costellazione dei ruoli nel BDSM: libertà. Essere liberi dalle definizioni, dalle etichette e dalle aspettative. Personalmente mi sento anche libera dai paragoni e dalle aspettative all’interno del FemDom stesso e non solo nel mondo vanilla. Una grande conquista per me è l’aver trovato un modo di declinare il mio essere dominante senza necessariamente incanalarmi in una figura di domme spietata ed insensibile, come spesso si vorrebbe dare a vedere ad ogni costo. Con i miei slaves posso essere dolce e materna o improvvisamente sadica e loro sanno bene che non si sa mai come potrei svegliarmi quel giorno. Sono davvero molto lunatica ma è un bene per coloro che non si vogliono annoiare.


Per completare quanto detto sopra, findom e femdom sono da te esercitati tramite il virtuale e anche tramite cash meet e sessioni reali?
Pratico sia virtuale che reale, con una netta pendenza verso il virtuale. È una scelta sia pratica, dal momento che non avrei tempo materiale per sessionare regolarmente, che morale. Voglio utilizzare il mio tempo solo con chi davvero se lo merita e si impegna per me. Non voglio essere una prodomme perché ho un modo molto intimo di stare a contatto con gli slaves e non riuscirei a sopportare i sessionisti a briglie sciolte che saltellano di domme in domme, non fa proprio per me.Tuttavia gli slaves con cui ho rapporti reali mi danno molte soddisfazioni e quei ‘pochi ma buoni’ per me valgono come centinaia.
Mi viene spontaneo chiederti anche se hai dei moneyslave che si occupano di alcune tue incombenze quotidiane, ricevendo da te ordini e disposizioni varie. A questo riguardo, puoi dirmi qual è l’atteggiamento di uno slave di fronte a quella che è il suo oggetto di venerazione e omaggio, essere terreno eppure per lui irraggiungibile?
Ho dei moneyslaves ma ciò che viene dalla findom, per mia etica, rimane confinato entro la spese in “surplus”. Per me è inaccettabile farmi pagare qualcosa di davvero necessario da uno slave, che sia una bolletta o una ricarica telefonica. L’unica cosa che si avvicina a ciò sono i rimborsi di alcune spese – come quelle per la cura del corpo, parrucchiere, abbigliamento – borderline. Non amo chiedere direttamente i rimborsi – lo faccio solo per gioco o provocazione o in alcuni post pubblici – perché non lo ritengo molto elegante. Se un mio slave fedele sa che quel pomeriggio andrò dal parrucchiere, sta a lui mandare il rimborso senza che io debba dirglielo. E quando questo succede regolarmente, è un’ottima conquista per me e per lui la soddisfazione più grande, ossia l’avermi dimostrato che sa essere indipendente dalle mie direttive per sapermi compiacere.


Parliamo un po’ di Twitter e AVN, i canali che ti vedono attiva. Riguardo al primo, vediamo che spesso le Miss e le MoneyMiss, oltre a porsi in maniera discorsivamente autoritaria, disinvolta ed eloquente, utilizzano anche una comunicazione ’strong’ per così dire, o comunque aggressiva. Chiaramente questo atteggiamento non deve essere generalizzato, però ti chiedo: quanto le strategie comunicative di una Domme sono autentiche in un social e quanto invece c’è di ‘estetizzante’ e pianificato a tavolino?
La comunicazione efficace è tutto, dal momento che dato che i canali principali da cui oggi si contattano le miss sono i vari social. È vero, molte utilizzano un tipo di linguaggio crudo e diretto, coronato da insulti ed epiteti vari; evidentemente funziona, anzi, sono sicura sia così. Non so quanto ci sia di veramente sentito e quanto di costruito – e non sta a me certamente esprimere un giudizio qualitativo sulla questione – perché non mi ritrovo molto in questa maniera comunicativa. Sono abbastanza prolissa e per me a volte stare entro i 140 caratteri di Twitter o strutturare delle bio sintetiche ed esaustive è davvero dura, perché mi sembra sempre tutto riduttivo per la mia personalità. Sicuramente bisogna considerare che i social sono una sorta di portfolio che dovrebbero portarti ad essere oggetto di desiderio per qualcuno; questo ti invoglia a postare solo i tuoi successi, ad ostentare i motivi per i quali tu hai valore come Domme – e come Donna; ma non mi sembra ci sia niente di sbagliato in ciò, nemmeno niente che si allontani dalla logica dei social utilizzati normalmente. Insomma, chi non cerca di strutturare qualcosa che possa attrarre un proprio bacino d’utenza? L’importante per me è rimanere coerenti con se stesse senza copiare modalità di comunicazione che non ci appartengono.
AVN invece riguarda i tuoi contenuti multimediali. Che tipo di video preferisci proporre, situazioni a carattere fetish, umiliazione verbale o altro ancora? A tuo modo di vedere le brevi clip in cui la miss reitera un gesto possono avere una presa ’subliminale’ sullo slave?
AVN lo uso anche come ClipStore e carico video di ogni genere – sempre nell’ambito BDSM. Amo molto impersonare ruoli (la segretaria provocante, l’infermiera, la ragazzina viziata) perché mi dà la possibilità di sbizzarrirmi e di creare qualcosa che non si trova altrove su internet. I video hanno una grande presa perché sono il mezzo che più si avvicina alla visione reale, quindi anche un banale gesto della Miss può diventare un mantra che fa impazzire uno slave.
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