Princess Meli, comincerei chiedendoti del tuo rapporto con la Dominazione. Come hai preso consapevolezza che la tua indole era idonea ad una pratica di sottomissione come la Findom?
Ho sempre saputo di avere un’indole dominante. Il portare una persona a farle fare ciò che voglio è sempre stata una costante per me. La Findom è arrivata dopo e mi ci sono appassionata, ma il mio rapporto con il mondo della sottomissione è iniziato quasi per caso una sera in discoteca qualche anno fa. Un uomo mi si è avvicinato dicendo che era uno slave, che era molto colpito dalla mia bellezza e che avrebbe fatto di tutto per servirmi. Mi ha lasciato il numero e da lì è partito tutto. Non lo sfruttavo a livello economico ma ospitava me e le mie amiche durante le serate in centro, ci faceva da driver e la mattina ci faceva trovare una bella colazione.
Per te, essere una dominatrice finanziaria è un ‘ruolo’ o comunque un’attività, oppure – per così dire – Moneymistress non si smette di essere mai, durante la quotidianità?
Essere Moneymistress non ha orari per me. Non è un ruolo o un’ attività a intermittenza, è una cosa che hai dentro quindi non si smette mai di esserlo durante la quotidianità. Un giorno sono uscita a fare shopping con un’amica, ho mandato la foto del bancomat ad un mio slave e lui dopo qualche minuto ha attivato un prelievo allo sportello. Non era una cosa programmata, mi andava di renderlo partecipe e lui ha reagito in maniera positiva. I rapporti con gli slave più fidati oramai sono giornalieri quindi no, non smetto di esserlo nella mia quotidianità.

Tempo fa in un articolo sul magazine online Wired ho letto una frase riguardo alla Findom…vorrei avere una tua idea a riguardo ‘Se una domme ha bisogno dei soldi che un sub le paga, non ha il potere e quella dinamica è condannata fin dall’inizio’. Cosa pensi di questa affermazione? La vera Miss è quella che non ha ‘bisogno’ dei soldi del sub, ovvero la sua stabilità economica non può e non deve dipendere da essi, pena la corretta impostazione del rapporto D/s?
Sì, secondo me è così. Una Miss dev’essere già completa, una Miss non ha bisogno dei soldi dei suoi slave. Purtroppo con il Covid e la situazione lavorativa disastrosa il numero di Miss è aumentato ma in realtà sono solo ragazze che si sono avvicinate per la facilità del guadagno, non per passione. Vorrei anche sfatare il mito che sia facile essere una Miss, non lo è per nulla. Comunque io ho un lavoro che mi soddisfa, una vita piena e non ho bisogno dei loro soldi per vivere. I frutti dei sacrifici che loro mi donano vengono usati per le mie serate, per i miei acquisti e per ogni cosa che mi rende felice ed è in più.
Come sono, dunque, gli slave di Princess Meli? Possiamo trovare dei tratti morali che li accomunano, pur nelle inevitabili diversità?
Beh sono sicuramente diversi tra loro ma quello che li accomuna è l’essere davvero devoti. Non c’è uno scambio, un loro dominare dal basso, amano servirmi proprio per darmi felicità. Una cosa fondamentale per me è il dialogo. Non potrei mai avere uno schiavo con cui non ho piacere a parlare e con cui non vado d’accordo. La connessione mentale è importantissima altrimenti il rapporto è destinato a finire. I miei schiavi devono essere colti, intelligenti e arricchirmi in tutti i sensi. Sapermi dare consigli su vini, cibo, ristoranti, viaggi, abiti e accessori.

Sul tuo Twitter ho visto il video di una tua sessione di shopping in cui cammini portando a spasso ‘al laccio’ lo slave che poi pagherà. Ti chiedo: in queste occasioni qual è l’atteggiamento dello slave – imbarazzo, naturalezza o altro ancora – e come ti rapporti tu agli sguardi dei passanti? E’ capitato che qualcuno ti chiedesse delle spiegazioni per capire la situazione?
Devo dire che quella sessione di shopping è stata molto divertente! Con lui ho abbastanza confidenza, abbiamo avuto altri incontri e quell’occasione era un festeggiamento per il traguardo dei 1000€ insieme. In quel caso lo schiavo era più eccitato che in imbarazzo. Il fatto di essere portato da me con quel laccio non lo metteva a disagio, per nulla. Neanche io ero preoccupata di quello che la gente potesse pensare, mi godevo solo il momento. Qualche sguardo curioso da parte di commesse e passanti c’è stato ma nessuno si è avvicinato. Non so cosa possano aver pensato però sono sicura che ne avranno parlato durante la giornata vista la situazione fuori dall’ordinario a cui hanno assistito.
Cito ancora dal tuo Twitter: ‘Lunedì. È abbastanza presto e ti imbatti nel mio video. Lo guardi e lo riguardi, avresti voluto che la mia mano non finisse mai di accarezzare tutto il mio corpo vero?!’ Prendiamo spunto da questa frase per parlare della componente erotica legata alla Findom. Lo slave deve avere due ossessioni: la felicità della Dea e la sua fisicità, vissuta come qualcosa di irraggiungibile: possiamo vederla così?
Esatto! Il compito dello slave è rendere felice la Dea in ogni modo sapendo che non potrà mai averla. È devozione e adorazione pura, senza pretendere nulla in cambio e riconoscendo la sua superiorità. Per me la parte erotica è molto importante e, unita all’uso della mente, fa nascere nello slave una vera ossessione.

Ti è mai capitato che un tuo schiavo si sia innamorato di te mettendo in crisi il suo equilibrio familiare? Come ci si comporta in una situazione del genere?
È una domanda molto delicata ma scelgo di rispondere sinceramente. Mi è capitato che uno slave si innamorasse di me e questo sì, ha messo a dura prova il suo equilibrio familiare. Non ha avuto rapporti con la moglie per mesi, non faceva altro che pensare a me e c’era la voglia di andare oltre al rapporto Miss/slave. Non è stato semplice gestire questa situazione e questo mi ha portato a chiudere ogni tipo di rapporto con lui, non era più un divertimento sano.
Quale pensi possa essere il metodo di impatto maggiormente ipnotico per ottenere la devozione mentale di uno slave in ambito digitale? Ad esempio un uso particolare della voce…un video da vedere e rivedere in maniera seriale…una frase a effetto…tu cosa utilizzi a riguardo?
I video ovviamente sono il metodo più semplice per catturare la mente degli slave. Ho notato che molti sono rimasti affascinati e colpiti dalla mia voce. Mi sono stati fatti molti complimenti a riguardo, quindi tendo a metterla come sottofondo nei video in cui accarezzo i miei piedi e il mio corpo. In realtà poi ognuno rimane affascinato da cose diverse, piccoli particolari a cui magari io non presto attenzione ma l’uso della voce e del movimento del corpo può davvero ipnotizzare gli slave.

Per finire, ho letto che ti descrivi usando un’espressione suggestiva. ‘Eleganza e fuoco accompagnati da un sorriso angelico’. La tua essenza consiste nell’essere un po’ angelo e un po’ diavolo, sempre con classe?
Sì, sono un po’ angelo e un po’ diavolo. Per creare quella definizione ho usato un mix di aggettivi dati proprio da vari slave. Uno di loro ha definito il mio viso angelico ed è così. Dal mio aspetto risulto la classica ragazza della porta accanto ma dentro c’è molto fuoco e soprattutto forza. La mia eleganza invece è stata riconosciuta da tutti gli slave con cui mi sono rapportata. Ci tengo a rimanere me stessa e a non snaturarmi. Dominare non è avere un frustino in mano, vestiti in latex o tacchi. È qualcosa che viene da dentro e che il mio sorriso da brava ragazza non ferma anzi, accompagna dolcemente.
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