BDSM e legalità: quando diventa un problema?
Prostituzione
/pro·sti·tu·zió·ne/
sostantivo femminile
1. Prestazione sessuale a scopo di lucro, con carattere di abitualità e professionalità.
Il BDSM è legale per la nostra società?
La risposta è: SI
“Prostituirsi” in Italia non è considerato reato, ma solo e solamente se fatto entro le quattro mura di casa nel rispetto dell’immagine e della quiete pubblica.
Và ricordato che svolgere un qualsivoglia servizio sessuale rivolto alla persona viene annoverato a prescindere come PROSTITUZIONE, e così come le case di “tolleranza”, è stato ridimensionato e regolamentato a dovere.
Con l’introduzione della Legge Merlin (1958) si è incominciato a sanzionare non il concetto stesso di PROSTITUTA, ma il loro sfruttamento e favoreggiamento, soprattutto se applicato nell’ambito del traffico degli esseri umani e del loro uso a scopo di lucro.
Di fatto è considerato illegale spingere un’altra persona a prostituirsi per proprio conto col mero scopo di ottenere un vantaggio, in quanto è solamente una scelta personale farlo.
Vendere il proprio corpo in tutte le sue declinazioni quindi, è fondamentalmente una decisione AUTONOMA e non deve avere nessuna COERCIZIONE da parte di altri.
Gli unici problemi derivanti da questa attività però, sono quelli inerenti al suo posizionamento all’interno di una società che la mal vede da sempre, ma specialmente non le dà il giusto collocamento all’interno del suo sistema.
Come viene inquadrato nel lavoro?
Secondo il nostro Stato, anche il BDSM è una sorta di PROSTITUZIONE, ed anche se portato avanti seguendo pedissequamente tutte le norme che la legge ha sancito negli anni, di sicuro non potrà essere nascosto al fisco, il solo organo da sempre incaricato alla lotta contro l’evasione e il riciclaggio di proventi illeciti.
Dal momento che non si possono giustificare i soldi fatti col Sadomaso, è opportuno chiedersi: come posso mantenere il mio lavoro e allo stesso tempo riuscire a guadagnare dignitosamente per vivere?
In questo caso le strade sono molteplici:
- Dichiarare i propri guadagni (quando essi sono continui e non saltuari)
- Pagare le tasse su di essi (se sono al di sopra dei limiti mensili dettati dalla legge)
- Ricercare un opportuno codice ATECO e trovare il proprio ordinamento tra le tante categorie
- Aprire una PARTITA IVA
Quali sono le condizioni per operare in sicurezza?
Posto il fatto che non si può impedire a una Sex Worker di accogliere in casa propria un potenziale cliente, esistono comunque delle regole da rispettare nel caso si risiedesse in un condominio o uno stabile frequentato da più persone/affittuari:
- Non disturbare il sonno altrui con attività troppo rumorose, poiché potrebbero sfociare nel reato di disturbo della quiete pubblica (soprattutto se il rumore fosse estremamente forte per i vicini)
- Si è tenuti ad indossare un abbigliamento decoroso, evitando di mostrare le parti del corpo che potrebbero minare il pubblico decoro, sia per se stessi che per chi vi osserva (anche nel caso in cui l’attività venga svolta prettamente in casa)
- Evitare tutti quei comportamenti contrari all’ordine pubblico
- Attenersi alle regole del buon costume
Oltre a queste, vi è un’ulteriore concetto molto importante.
Di solito non viene menzionato, ma prima di qualsiasi altro deve essere ben chiaro:
“ognuno può controllare la propria libertà individuale e decidere di farsi pagare concedendo il proprio corpo, purché non provochi una diminuzione della propria integrità fisica esercitandola”