Poter rivolgere delle domande a Mario Salieri è un privilegio, poiché lo ritengo uno dei pochi grandi Autori ad aver operato in questo settore, creatore di uno stile – anzi, di più stili – assolutamente personali, ben riconoscibili e spesso sottoposti a (maldestri) tentativi di imitazione.
Di seguito la mia intervista che divido in due parti, essendo molte le domande e ampio l’intervallo storico coperto nella conversazione.
1982 – 92: GLI ESORDI E LE PRIME SERIE
Signor
Mario, lei è stato un autentico pioniere nell’imprenditoria hard
italiana. Se la costituzione della sua prima società di produzione è
databile al 1982 – parliamo della 999 Black & Blue – ho letto che
nel
1983,lei produce ad Amsterdam i suoi primi filmati amatoriali:
cosa ricorda del periodo dei suoi esordi, e questi filmati sono ad oggi
in qualche modo reperibili?
Il ricordo più vivo é
certamente legato all’immenso entusiasmo di un ventiquattrenne
napoletano che negli anni ottanta poteva realizzare il sogno della sua
vita. Partimmo da Napoli in tre alla volta di Amsterdam, dove eravamo
attesi da un contatto locale che si era occupato del casting.
Il
gruppo era costituito da me, Gino De Giorgi, mio caro amico e
collaboratore, e da un cameraman sgangherato che sull’aereo, aprendo il
borsone, si accorse di aver dimenticato a casa la telecamera. Giunti sul
posto
fui quindi costretto a noleggiare una telecamera (cosa non facile in
quel periodo) Il cui costo diede fondo a quasi tutto il budget destinato
alla realizzazione di dieci scene hard. Con i pochi fiorini avanzati ci
presentammo al casting organizzato dal contatto olandese, che scoprimmo
essere costituito da orribili prostitute in crisi d’astinenza di eroina
e dei loro papponi. Per non tornare a casa a mani vuote selezionai il
meno peggio e con i pochi spiccioli rimasti realizzai quattro scene, che
per far quadrare i conti furono presentate sul mercato come amatoriali
italiani. Un lavoro pessimo di cui per fortuna si é persa ogni traccia.
Il
suo debutto da regista avviene nel 1987 – mi corregga se sbaglio – con
quattro film che, nelle note biografiche presenti nel suo sito, lei
giudica ‘pessimi’ per sua inesperienza. Per scendere nei particolari,
di
che cosa soffrono a suo avviso i vari ‘Napoli sex’, ‘Capri Vacation’,
‘Remember’ ma soprattutto ‘Violence’, che personalmente ritengo il
migliore dei quattro?
Quei quattro film furono realizzati nel 1984 non nel 1987. I film soffrono dell’assoluta mancanza di regia per causa della mia incapacità e incompetenza.
In queste prime produzioni si avvale di un cast composto tra gli altri da Gabriel Pontello e dal giovane Rocco Siffredi. Che ricordo conserva dei due pornoattori?
Gabriel Pontello era un’
autentica leggenda vivente, perché almeno un paio di generazioni in
tutto il mondo (me compreso) erano cresciute con i fotoromanzi di
Supersex, di cui lui era protagonista assoluto. Un uomo dotato di grande
fascino (parla correntemente cinque lingue) e carisma.
Rocco invece
era uno splendido ventenne pieno di testosterone ed energia che faceva
innamorare tutte le pornostar che gli capitavano a tiro. Solo un idiota
non si sarebbe accorto che avrebbe fatto molta strada.
Vorrei
segnalarle un racconto ‘dietro le quinte’ di ‘Capri Vacation’ trovato
nel forum di Pierre Woodman in cui si fa riferimento ad un episodio
particolarmente ‘colorito’ presumibilmente accaduto durante le
riprese…le copio e incollo di seguito il passaggio in oggetto. Scrive
Woodman:
‘After been a cops I started fashion business and out of
Piotr Stanislas, Brigitte Lahaie and Michel Ricaud, I didn’t take care
too much of the porn people and I had more or less forget Pontello from
who I got only funny news like for instance when in Italy Mario Salieri
left rolling the camera when he asked stay alone with Joy Karins. he
asked her to fist him to make him hard but when the team came back, Miss
Joy have lost her fake nails inside the ass of “Supersex” ( his surname
in Italie at this time )’ lei ha per caso un ricordo simile?
E’ assolutamente vero. Nel corso di una scena Gabriel Pontello desiderava che Joy lo sollecitasse inserendo il dito nell’ano.
Nel corso della pratica Joy perse la sua unghia finta all’interno e occorse l’intervento di tre persone per estrarla.
Successivamente inizia ad occuparsi di ‘film in più parti’, cosa che, direi, sarà ricorrente nella sua filmografia. Abbiamo quindi ‘Vortix’ e ‘Vietnam Store’. Questa ‘serialità’ tematica fu, al tempo, una vera novità per il panorama hard italiano: come nacque l’idea di proporre ‘film a puntate’?
In Italia gli anni ottanta furono il trampolino di lancio delle telenovela latino americane, precursori delle serie di Netflix. Come per le telenovela l’idea ricalcava l’intenzione di fidelizzare lo spettatore attraendolo in dinamiche narrative.
‘Inside Napoli’ riveste in questo senso un ruolo importante: una storia godibile con scene hard intense grazie alla sua regia e, ovviamente, alla bravura di Joy Karin’s e al carisma di Moana Pozzi. Joy è, in quegli anni, una presenza ricorrente nei suoi lavori: come nacque la vostra collaborazione?
La serie Inside Napoli é a
mio avviso costituita da quattro film molto brutti, avvalorati dalla
presenza della giunonica Joy Karin’s, della celebre e osannata Moana
Pozzi, di due protagonisti maschili (Bellocchio e
Alessi)
particolarmente simpatici e del dialetto napoletano. Conobbi Joy
attraverso Giancarlo Bini, un mio collaboratore che viveva a Parigi e
subito la scritturai in esclusiva mondiale per diversi anni. Fu la prima
Salieri Girl.
Riguardo a Moana, come ritiene invece la sua esperienza sul set di ‘Inside Napoli’, giudica il risultato soddisfacente? Fu facile confrontarsi, registicamente e dal punto d vista umano, con quella che era già allora un’autentica ‘diva’?
Fin dai tempi di Inside Napoli ho sempre giudicato Moana come l’antitesi della sensualità e dell’erotismo e con il suo divismo era anche piuttosto antipatica. Certamente una donna dotata di cultura e raffinatezza, con una caratura umana molto diversa da quella delle pornostar europee dell’epoca. La scritturai solo per motivi commerciali investendo su di lei cento milioni delle vecchie lire e nella mia lunga carriera mai investimento fu più indovinato.
Possiamo dire che, seppur in forma molto ‘embrionale’, in questo lavoro lei comincia a gettare le basi di quella che diventerà la sua cifra stilistica?
No, quella determinerà le sue fondamenta tre anni dopo, con Tutta una vita.
L’ambientazione storica itinerante di ‘Viaggio nel Tempo’ fu un’intuizione creativa e coraggiosa, sua prima produzione ad alto budget, giusto?
Giusto. Produzione nata con l’intenzione di sbarcare sui mercati stranieri.
Con ‘Arabika’ avviene l’ingresso nel panorama internazionale. Ripensandolo oggi, come giudica questo film?
Brutto, come tutti quelli realizzati fino al 1994, anno in cui inizia a formarsi il vero Salieri.
1992 – 2002: LA DEFINIZIONE DELLO STILE
Il film ‘Tutta una vita’ gode di un’ambientazione storica importante – il 1944 – e presenta a mio avviso una vicenda dal sapore neorealistico. E’ un film crudo, intenso e caratterizzato da riprese geometriche, ‘spigolose’. E c’è un’Angelica Bella che magnifica le scene hard. Un suo giudizio su questo lavoro…
Tutta una vita ha certamente
determinato una svolta importante nell’industria d’intrattenimento per
adulti perché per la prima volta in europa (in america molti anni prima
aveva fatto scuola la golden age) la
pornografia é stata coniugata
con una dinamica narrativa credibile e coinvolgente. Purtroppo anche
questo film soffre di un’esperienza di regia ancora troppo acerba e
naif.
Riguardo ad Angelica Bella, molti appassionati hanno provato, negli anni, a cercare notizie su di lei…che ricordo ha di questa attrice?
Anche lei come Moana l’antitesi dell’erotismo,
seppur per ragioni diverse. Angelica era una contadina rozza, ignorante e
volgare, che non si poneva alcun problema a scorreggiare e ruttare sul
set davanti a
tutta la troupe. Come per incanto in video appariva
sinuosa ed elegante, e questo é naturalmente bastato a renderla una tra
le più famose pornostar degli anni novanta.
Nel 1994
inizia una serie di film che vedono protagonista Selen, attrice che
negli anni 90 diventa la punta di diamante dell’hard italiano: cito per
ora ‘Adolescenza perversa’ e ‘Scuole superiori’, facente parte
quest’ultimo
di ‘Cronaca nera’, una collana di videofilms – leggo nei titoli di
testa – ‘ispirata ad avvenimenti di cronaca giudiziaria realmente
accaduti nel nostro Paese’. Un approccio da ‘crime story’
dunque.
Dal punto di vista qualitativo lo ritiene un passo in avanti rispetto
alla produzione precedente oppure un episodio secondario?
Come già detto il 1994 é l’anno d’esordio di un Salieri più maturo e preparato ma i film della collana Cronaca Nera sono opere minori senza alcun rilievo.
Noto che anche per questo film lei utilizza una ripresa fissa per le scene hard – frontale o occasionalmente dal basso. Un’esigenza simil-documentaristica oppure altro alla base di questa scelta?
Tutto il mio lavoro
dagli anni novanta fino alla realizzazione di Maniac Show (2008) é
caratterizzato da inquadrature statiche e rigorose, illuminate da una
fotografia cupa e per alcuni versi crepuscolare. Le
scene hard
duravano al massimo dieci minuti (con qualche rara eccezione) e
contenevano brevi inquadrature montate tra loro in dissolvenza
incrociata. Questo rigore di ripresa, all’interno del quale pretendevo
dagli
interpreti azioni precise, rendeva un alto contenuto estetico ma
limitava molto il coinvolgimento emozionale. Inoltre essendo la
realizzazione estremamente complessa, le riprese di ogni singola scena
hard duravano non meno di cinque ore e stremavano attori e troupe.
Selen è presente in diverse produzioni di questi anni 90: si è trovato in empatia emotiva con lei? Contrattualmente (ed economicamente) parlando, è stata una scommessa vinta?
Selen é senz’altro stata una
scommessa vinta, per me e per lei. Dopo cinque anni di contratto in
esclusiva mondiale in cui era sottopagata (come tutte le salierigirls)
ha guadagnato tantissimo lavorando con
Silvio Bandinelli, Joe
D’Amato e Luca Damiano. Il suo successo raggiunse una tale dimensione
che dopo Moana fu l’unica ad essere sdoganata dalle grandi emittenti
televisive. Nel 2004 fu interprete della prima edizione del reality “La
fattoria” su Italia 1 e se non fosse stata influenzata da fidanzati
deficienti e da crisi d’identità che l’allontanarono dai salotti
mediatici avrebbe potuto raggiungere un successo di gran lunga superiore
a quello di Moana.
All’origine del nostro rapporto (1993) scelsi di
fare un contratto con lei perché oltre ad essere una bella ragazza era
anche una valida interprete e una donna colta e intelligente che
svolgeva la sua professione con passione e dedizione.
‘Sceneggiata napoletana’ è aperto da un testo introduttivo sulla nascita di questo genere di rappresentazione popolare. Che importanza ha il teatro per la sua formazione culturale?
Il teatro Eduardiano un importanza immensa, basta vedere i miei ultimissimi lavori, “il cilindro” e “i morti non fanno paura”.
Mi soffermo volentieri sulla trilogia ‘Concetta Licata’, in cui affronta la tematica della mafia e dell’omertà in un film in cui seguire la trama è altrettanto importante che gustarsi le scene di sesso. Direi che un’opera come questa dimostra quanto la presenza di un ‘plot’ narrativo sia coerente, anche in un film pornografico: cosa ne pensa?
Cosa potrei pensare se non essere totalmente d’accordo. Trasmettere coinvolgimenti erotici allo spettatore senza una narrazione credibile é cosa quasi impossibile.
La tematica della sessualità usata come mezzo di prevaricazione ed abuso di potere è presente in diversi suoi lavori: si tratta di un espediente per suscitare nello spettatore una riflessione di denuncia o dobbiamo limitarci a vederla come la realizzazione di una fantasia erotica?
Direi entrambi, aggiungendo anche un aspetto di carattere commerciale.
Parlando in generale, lei ritiene che uno spettatore possa avvicinarsi al genere pornografico con coscienza critica e ‘pretendendo’ prodotti di qualità oppure si accontenti della soddisfazione onanistica?
Non esiste lo spettatore “tipo”del genere pornografico, esistono varie tipologie di spettatore con caratteristiche culturali ed esigenze molto diverse tra loro.
A partire dal 1998, un’altra presenza fissa nei suoi film dell’epoca è quella di Monica Roccaforte: si tratta di un’attrice ungherese – mi corregga se sbaglio – che aveva solo un paio di film all’attivo quando cominciò a lavorare con lei. Come l’ha scoperta e quali ritiene siano i migliori lavori da lei realizzati con Monica come protagonista?
Monica é una ragazza ungherese
e la conobbi per puro caso nel 1997 durante un cast. Subito mi accorsi
della sua notevole fisicità e le proposi di diventare una salierigirl.
Ha lavorato quasi esclusivamente
per me e sicuramente i lavori di maggior prestigio sono Stavros, Fuga dall’Albania e Inferno.
Il decennio si chiude con ‘Stavros’, biografia ‘hardizzata’ di
Aristotele Onassis, film che le vale il premio di regista dell’anno agli
Hot D’Or di Cannes. In un articolo di Repubblica dedicato
all’occasione,
trovo questa sua dichiarazione: ‘In Europa l’Italia
va fortissimo, eppure nel nostro Paese restiamo marchiati, bollati e
ghettizzati’. A cosa si riferiva nello specifico?
Se
qualcuno oggi si chiede perché la Video Marc Dorcel é una grande azienda
distribuita capillarmente in tutto il mondo e la Mario Salieri
Productions é una piccola azienda sostanzialmente raccolta in due soli
siti
internet la risposta é contenuta in questo estratto dalla mia
biografia: “Il problema è che il gap tra gli imprenditori esteri e
quelli italiani è enorme per causa delle leggi repressive vigenti in
Italia che hanno ridotto quest’ultimi a lavorare sul filo della legalità
ed a combattere quotidianamente con tutte le forze dell’ordine, guardia
di finanza compresa. Dall’inizio degli anni 80 gli imprenditori esteri
del porno investono in tecnologia, ampliano le proprie aziende, assumono
personale qualificato e pagano regolarmente le tasse, quelli italiani
sono costretti a nascondersi per non dare troppo nell’occhio. Il divario
industriale è enorme e in seguito le differenze saranno visibil a tutti.” A questo mi riferivo in quell’intervista.
FINE PRIMA PARTE…prossimamente online la seconda.