Intervista ad Althea Morryson

Althea, cominciamo col raccontare qualcosa del tuo background e del tuo esordio come sexystar…
Io provengo dalla ginnastica artistica e dalla danza classica, poi a 18 anni, una volta fuori di casa, sono andata per prima cosa in vacanza a Londra. Ho cominciato là, diciamo: all’epoca i Bancomat non prendevano all’estero, per cui mi son trovata senza soldi…io e mia sorella stavamo passeggiando su Soho, che è la zona in cui ci sono alcuni localetti, e c’era la scritta ‘Cercasi ragazze’…mi son detta: ‘Io provo!’…appena vista fui presa subito, all’istante. A quel punto ho mandato mia sorella a casa – tanto lei il biglietto ce l’aveva – e io sono rimasta 3 mesi, piacendomi molto anche Londra…

Ti sei buttata in questo nuovo lavoro in una realtà straniera: eri già pronta, linguisticamente parlando?
Era il primo viaggio che facevo all’estero…provenivo da una formazione di inglese scolastico, ma quando sei là ti organizzi…

Dunque eccoti ad esibirti a Londra. Come si svolgevano le cose là?
Là funzionava così: tu facevi la tua esibizione, che consisteva in un massimo di 5-6 minuti…c’era una canzone di ballo col palo, poi nella seconda canzone facevi topless senza contatto col pubblico. Era un’esibizione, insomma. Poi il pubblico ti lasciava i soldi sul tavolino o sulla pista: in quest’ultimo caso andavi a prenderteli tu, non c’era il contatto per cui non te li mettevano nello slip…se invece li lasciavano sul tavolino te li facevano vedere in modo che tu capissi che, una volta finito lo show, potevi andarti a sedere con loro perché i clienti avevano piacere di conoscerti.

Dopo 3 mesi torni in Italia e…
Sono tornata e mi sono organizzata per andare a vivere da sola, barcamenandomi tra le varie discoteche, anche se comunque non potevi vivere di quello…con la danza, a meno che tu non entri in una compagnia accademica non è che ci tiri su molti soldi…per cui mi si è acceso di nuovo il lanternino: ’se l’ho fatto là ed è andata bene, perché non farlo anche qua?’

Infatti diciamo che arrivi nel posto giusto al momento giusto, no?
Quando ho cominciato ad esibirmi eravamo nel boom degli spettacoli porno. Diciamo che c’era stato un passaggio del testimone in base al quale cominciava a tramontare il discorso dei film – i cinema porno chiudevano tutti, era ormai diffuso il supporto homevideo – per cui io sono entrata nel mondo dell’hard tramite gli spettacoli.
Spettacoli che andavano per grado: c’era il topless, l’integrale, l’erotico e il finale col vibratore. Una sera ero andata a fare la mia solita esibizione in topless e c’era una pornostar che fece questo ’spettacolone’…io mi sono incuriosita perché non avevo mai visto fare uno spettacolo con un vibratore, per cui sono andata da lei e le ho chiesto: ‘ma non ti senti ’strana’ a fare uno spettacolo così? Perché è molto forte…’ al che lei mi ha risposto ‘Io son fatta così. Tu però non sei come le altre, che giudicano e parlano male dietro – c’è sempre stata molta invidia tra noi…brutto dirlo, ma è vero – perché col bel fisico che hai e ballando così bene ti limiti a guadagnare quattro soldi facendo solo topless?’ Così dicendo mi spiegò dunque in cosa consisteva lo spettacolo vero e proprio. Parlammo poi col suo manager e decisi di cominciare. Era il periodo d’oro: quando Moana è morta e Cicciolina si è ritirata c’è stato una specie di cambio nel settore, fare gli spettacoli era un’attività fiorente che ti rendeva molto più dei film e ti dava comunque lo stesso grado di popolarità. Era insomma un settore in pieno sviluppo: si può dire che ho cavalcato l’onda nel momento giusto…

Come tutti ben sappiamo, però, le cose nel settore si sono poi involute…
Arriviamo infatti ad una seconda parte della mia carriera: dagli splendori di prima vedo i locali sempre più vuoti. Per carità, io avevo sempre i miei spettacoli e le mie date, notavo però che c’era un calo. Mi presi anche un periodo di pausa, essendo stata sempre in giro per parecchio tempo, ripromettendomi comunque di ‘capirci qualcosa’ di questa nuova situazione. Erano ormai nati i social e vedo che pian pianino si affievolisce la figura della pornostar e sexystar da spettacolo, venendo fuori tutte queste produzioni online: i video. Per me questa cosa fu come un tornare indietro ai tempi dei miei esordi, perché succedeva di nuovo una trafila che avevo già vissuto: per prima cosa tu dovevi essere un personaggio da video, e solo dopo venivi chiamata per fare gli spettacoli.
La mia collega Valery Vita mi ha chiamato – c’eravamo conosciute nel contesto degli spettacoli – illustrandomi alcune sue produzioni. Ho quindi cominciato a fare video con la Valery Vita Production: ne facciamo tanti, tutti disponibili in rete. In questo momento mi dedico dunque a social, dirette e video. C’è stato un momento in cui sembrava che la mia carriera stesse tramontando, in realtà è stata solo una specie di pausa per poi tornare a cavalcare l’onda ‘attuale’, per cui eccomi di nuovo in pista.

In tutta questo tuo percorso, l’intensità del calendario degli show va dunque ridimensionandosi?
Le date volendo una le può avere anche tutte le settimane, ma io che sto attenta alla qualità ho deciso di selezionare i miei locali: inutile avere cento date all’anno senza poter contare sul trattamento che io esigo. Trattamento che poi è una retribuzione economica adeguata, un buon tipo di locale…per cui preferisco fare meno date ma di maggior qualità. Poi in questo senso cambia l’età, cambia il modo di vedere le cose, cambia anche la vita privata: non posso sempre prender le valigie e andare in giro per il mondo, l’ho fatto per anni…ero più negli alberghi e nei residence che si appoggiavano ai locali che non a casa mia!

Parlami un po’ dell’universo degli spettacoli di Althea: come nasceva uno show, quanti ne preparavi, quali personaggi proponevi?
Avevo tutti i personaggi e le coreografie costruite da me su colonne sonore decise da me. Cambiavo a seconda della mia vena artistica, del contesto di pubblico, del locale…sono istintiva: in base alle persone che vedevo mi dicevo ‘stasera m’ispira di ballare su ‘sto CD’, poi magari mezz’ora prima dello spettacolo cambiavo idea sulla musica e sulla coreografia da utilizzare. Del resto potevo contare su una valigia in cui mi portavo dietro 2/3 spettacoli, cercando di non fare lo stesso show delle altre che si esibivano in quella stessa sera: ad esempio, se ti vesti da infermiera e fai spettacoli con altre 4 o 5 ragazze nella stessa serata rischi che ci sono 3 infermiere…quindi io stavo attenta a scegliere anche altri soggetti oltre a quelli ‘classici’ – infermiera, sposa, cameriera, coniglietta, diavoletta…che son sempre un po’ nell’immaginario collettivo dell’uomo, no? – quindi mi portavo personaggi anche un pochino più strani, tipo vecchi manga giapponesi (questo prima che ci fossero i cosplay) con le canzoni dei cartoni animati vestita tipo Lamù…ho sempre cercato di essere ‘originalotta’ e stravagante.

Uno studio e una pianificazione attenta, dunque, che prevedeva anche cambiamenti improvvisi ma pur sempre con la massima preparazione possibile…
Per me si trattava di essere una showgirl nel settore erotico: tante date le ho prese perché, a differenza di altre che puntavano sul classico spettacolo, io avevo la base della ginnastica artistica, la pole dance, una serie di acrobazie e di passi di danza che non tutte facevano e fanno.

Riguardo al discorso inerente i video, ti cimenti in questo ambito grazie alla collaborazione con Valery?
In realtà avevo fatto dei video quando ero stata negli Stati Uniti. Ai tempi – ma penso sia così anche adesso – quando si lavorava negli States compravano la tua immagine tramite dei contratti molto seri…per dirti, io di quei film nemmeno ne posso parlare perché non sono nei copyright. C’era un nome che mi aveva scelto la casa di produzione, ho poi girato questi video facendo comunque solo quello che mi piaceva – e alcune cose del settore hard non è che mi piaccian più di tanto…

Detto ciò, immagino dunque che per te il confronto tra gli spettacoli ed i video sia dunque impietoso…
Si, perché all’inizio trovavo il video molto più noioso dello spettacolo. Lo spettacolo lo gestivo io, nel video ti dovevi attenere al ‘copione’: trucco, parrucco, aspettare la tua parte nel film…ai tempi tutto questo non si conciliava con il mio tipo di carattere, ecco, non mi adattavo molto bene.

…poi però l’incontro con Valery Vita ti…’rivitalizza’ e ti introduce a nuove motivazioni, giusto?
Intanto diciamo che Valery l’ho conosciuta come ti ho detto nei locali, lei fa un bellissimo spettacolo che mi ha molto colpito. Quando l’ho conosciuta – io quella sera ero lì come special guest mentre lei si esibiva – sono andata a farle i complimenti: tra me e me ho detto ‘finalmente uno spettacolo con una coreografia!’ Poi abbiamo fatto qualche spettacolo assieme, e sempre lei mi ha contattato con questa idea per la sua casa di produzione.
Io ho una particolarità: non lavoro in scene etero, non mi interessa. Infatti quando mi ha contattato le ho ricordato questa cosa…al che lei mi ha detto ‘lo so che non lavori coi maschietti, però ho vari settori: adesso sto lavorando anche su scene lesbo, genere rotten/blasfemo’ e quindi mi sono imbarcata in questa avventura che mi piace molto.
Tra l’altro il prossimo video che girerò con Valery sarà il mio primo film da protagonista: ‘Il primo nome è il tuo, la locandina è tutta tua!’ m’ha detto…

Il contesto ‘porno blasfemo’ proposto dalla Valery Vita Production ha subito incontrato i tuoi favori, dunque…
Mi sono trovata bene perché sono atea e rifiuto ogni forma di religione, che reputo solo una manipolazione mentale. Per me ha fatto più vittime la religione in nome delle varie ‘divinità’, che non la guerra: non dimentichiamoci l’inquisizione, ad esempio. Ma a tutt’oggi il discorso non è cambiato…

La serie dei video in cui ti ho vista si intitola ‘Rotten Babes’ ed è, come anticipavi prima, incentrata su scene lesbo. Questo conferma la tua scelta di dire ‘no’ al girato hard etero…
Io faccio solo ciò che mi piace, nella vita privata come nel lavoro, non accetto compromessi. A questo proposito aggiungo che non ho mai avuto manager fissi, ho collaborato con varie agenzie ma mi sono costruita da sola, perché comunque come credo io in me stessa, come mi conosco io, non può conoscermi nessuno.

Approfondiamo un attimo anche l’argomento ‘dirette’, che, va detto, non è affatto la stessa cosa delle ‘cam’…
La cam è stra-inflazionata…noi facciamo delle dirette che vanno in onda sul sito di Valery. Abbiamo le locandine, le pubblicizziamo, si decide quando farle e si va in diretta appunto, con l’utente che può vedersi la replica quando vuole. Siti esterni di cam mi hanno fatto svariate proposte…molti pretendono l’esclusiva, ma l’esclusiva di che se tu non mi dai una cifra d’ingaggio? Se io ti porto guadagno tu non mi puoi chiedere l’esclusiva perché non mi stai dando un cachet! Fra l’altro questa cosa negli Stati Uniti così come in alcuni Paesi dell’Est esiste già da una vita, qui è arrivata più tardi…era un mercato da prendere una quindicina d’anni fa, quando è arrivato. Adesso è saturo. Certo, se hai il tuo personaggio puoi farti la tua diretta, ma a quel punto è molto meglio organizzarti e fartela da sola, non nel portale.

Da artista che ha attraversato il bello e il cattivo tempo del mondo degli spettacoli, quali sono a tuo avviso i motivi del calo qualitativo e quantitativo che ha interessato questo settore?
Si è cominciato ad aprire troppi locali, tutti vicini a livello di distanze chilometriche, quel che è peggio da parte di gente che non ha una benché minima esperienza nel settore. E’ come se io, che sono una sexystar, decidessi dall’oggi al domani di aprirmi una falegnameria! Capisci? Gente che era convinta di farci i soldi ha cominciato all’improvviso a prendere locali senza sapere neanche dove mettersi le mani. Con la crisi poi hanno cominciato a far entrare tutti solo per fare il pieno, tanto per portar dentro persone – non voglio esagerare e pretendere giacca e cravatta, ma che almeno i clienti non siano in infradito e che si sian fatti una doccia…
Secondo me poi c’è anche un altro discorso…adesso esiste talmente tanta libertà per quanto riguarda il sesso di per sé, che uno cosa ci va a fare a vedere una donna nuda in un locale…tanto la vede già per strada! (ride)
I social poi hanno rivoluzionato il modo di pensare e consumare il sesso e l’erotismo: tanta gente preferisce guardarsi la donna nuda in pausa pranzo sul web che non la sera entrare in un locale, farsi vedere, relazionarsi…
Poi io ho notato un grosso calo nella qualità degli spettacoli. Vedi tante ragazze giovani e dici: bello che ci siano volti nuovi, peccato però sian convinte di essere showgirl solo in virtù di qualche like su Facebook…ma io dico: qualcosa lo sai fare? Si fregiano di questo titolo, ‘personaggio pubblico’, titolo per altro inventato da Facebook, per cui potenzialmente tutti possiamo apparire come personaggi pubblici!

Una curiosità sul tuo nome: quali fonti d’ispirazione si celano dietro ad Althea Morryson?
Il nome è come se fosse mio…non è il mio nome all’anagrafe ma son sempre stata chiamata così. E’ un soprannome che ho sempre avuto…sono un’appassionata di Diabolik, per cui quando fin da piccoli si giocava, essendo io una bionda tinta – in origine ho i capelli castani – non potevo fare Eva Kant, per cui facevo Altea, la duchessa fidanzata storica dell’ispettore Ginko. Naturalmente io poi ci ho aggiunto la ‘h’…Althea è un nome di origine greca: scritto senza ‘th’ è alla latina, mentre invece alla greca presenta appunto la ‘th’.
‘Morryson’ invece è stato un discorso di qualche anno fa, perché con l’avvento dei social, Twitter escluso, era necessario iscriversi con un cognome: dato che io sono un’appassionata di musica ho scelto ‘Morrison’ (adattato poi in Morryson) come tributo a Jim. In questo senso sono molto ‘datata’, per me la musica si è fermata negli anni 90…

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