Come si fa a non voler bene a Natasha Kiss? Per la mia generazione e non solo Not ha rappresentato uno standard importante sul piano pornografico. Esagerata, trasgressiva, sempre passionale, Not ha saputo coniugare la sua carica sessuale con una simpatia altrettanto esplosiva, entrando di diritto nella Storia dell’hard italiano e restando nella memoria di chi ha visto i suoi film, i suoi generosissimi show o ha avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con lei. Estrema per vocazione – memorabili i suoi occhi chiusi nel facial immortalato sulla copertina di ‘Facce da Sborra’, nomen omen – spontaneamente esibizionista – il nude look all’aria aperta col sorriso beato di ‘Oltraggio al Pudore’, titolo fondamentale a tutt’oggi – Natasha Kiss ha scandito i tempi del porno tricolore. E il suo nome resta nell’Harem delle Pornostar, resistenti al passare delle mode e del tempo. Con assoluto piacere, di recente ho avuto la possibilità di conversare un po’ con lei trovandola come sempre solare, spigliata, in una parola ‘vera’. Ed ecco di seguito com’è andata…
Natasha, son contento di sentirti. Come hai potuto ampiamente verificare nei siti e forum di settore, appena il tuo nome è tornato a farsi vedere non è mancata l’accoglienza entusiasta di chi ti ha seguito durante la tua carriera come pornostar…
Posso dirti che tutta questa attenzione dai miei fan non me l’aspettavo. Tieni conto che da diversi anni ero ‘sparita’ – diciamo così – pur avendo ovviamente continuato a vivere la sessualità a modo mio, nel mio privato. Però anche in questo ambito mi accorgevo che la gente sapeva bene chi ero e se ne accorgeva subito…nei siti per incontri, ad esempio. Ecco perchè dovevo cambiar spesso profilo, quasi per non dar nell’occhio se vuoi, e continuare a divertirmi come chiunque…

Tutto questo omettendo il tuo ‘nome di battaglia’ diciamo, ovvero quel ‘Natasha Kiss’ che un po’ condizionava l’interlocutore, se ho ben capito…
Dopo aver realizzato che sono io, chi mi contatta finisce spesso per emozionarsi e andare ‘In palla’!
Soggezione?
Esatto, va in soggezione: ed è una cosa che mi ha sempre dato fastidio, anche nei set con gli attori nuovi, gli esordienti. Voglio dire: io sono una persona come tante altre che ha voglia di divertirsi in modo ‘trasgressivo’ – e comunque in un modo comune a molti altri, che magari non lo danno a vedere. Per cui non deve esserci quella emozione eccessiva dovuta al ‘personaggio’ Natasha Kiss…
A dimostrazione di questo, ecco che appena Natasha Kiss si ripresenta ‘ufficialmente’ come Natasha Kiss tornano le domande, le richieste, l’interesse per l’attrice insomma…
A questo proposito molti mi chiedono infatti se tornerò a girare. Ti dico questo: io quando ho smesso l’ho fatto perchè il mio mondo era cambiato e non mi ci sentivo più dentro. Per rispondere alle richieste di tornare sul set sarò chiara, la voglia c’è. Da una parte mi chiedo: ‘Perchè no?’…dall’altra invece i miei neuroni ‘sondano’ e dicono ‘Mah’…
Laddove il ‘Mah’ sta per…
…il ‘Mah’ è riferito al mondo attuale, totalmente diverso da quello che io ho lasciato. Resta chiaro che tutto quanto fai in un girato è destinato ad esser visto da altri occhi, e la telecamera è lì per riprendere tutto quello che, nel tuo privato, faresti in modo diverso. Per cui non so quanto posso aver voglia di essere ripresa da quell’occhio ‘indiscreto’, ecco.

Dunque, ferma restando la tua attitudine a vivere la sessualità in una certa maniera, resta il sottile filo che separa la dimensione privata dalla ripresa destinata ad un pubblico…
E’ chiaro che se non mi fosse piaciuto il sesso non avrei mai realizzato tutto quello che ho fatto. Un discorso è però farlo davanti alla telecamera: ci si può divertire lo stesso eh, è bene ricordarlo. Ma nel mio caso parliamo di scene fatte in modo diverso rispetto ad oggi, in tempi diversi e con persone diverse. Secondo me il pubblico adesso è diventato molto più esigente: c’è voglia di vedere qualcosa ‘di più forte’ di quanto può solitamente capitare in una comune camera da letto e forse – la butto lì – chissà che questo desiderio non lo abbia alimentato anche un po’ io coi miei film 🙂
Senza dubbio si, i tuoi video dei primi anni Duemila hanno senz’altro rappresentato un ‘upgrade’ per quanto riguarda la scena hard italiana, andando ad alzare l’asticella di un genere che, per quanto riguarda lo specifico nazionale, non si era mai espresso in termini così estremi, ecco…
Diciamo che ho anche ‘creato’ dei personaggi che hanno poi proseguito quello che io ho loro ‘insegnato’ per così dire 🙂 Giorgio Grandi in questo senso ha fatto la storia. In Legal Porno (che ora si chiama AnalVids, ricordiamolo, nda) vedo la continuazione di quanto a suo tempo da me fatto con NKCom (Natasha Kiss Communications). Naturalmente le performance sono ‘più esagerate’, questo perchè la gente chiede appunto cose più esagerate, come ti dicevo prima: l’eccitazione arriva con l’eccesso, Giorgio è stato estremamente in gamba nel capirlo anni fa e perseguire questo concetto con perseveranza.
Altro mio pupillo è stato Omar Galanti, lo facevo girare moltissimo. Non si trattava di nomi prediletti ‘a caso’, intendiamoci: lo erano perchè sapevano lavorare e sapevano dare al pubblico ciò che questo voleva e si aspettava.

Potremmo dire che LP ha rappresentato un ponte tra la tendenza più strong dell’hard attuale e quella che è sempre stata la tua attitudine…
Per l’appunto, se io dovessi mai tornare a girare qualcosa – e sottolineiamo duemila volte quel SE – mi vedrei bene nel farlo con Giorgio, proprio perchè lui ha fatto della mia filosofia la sua creatura.
A proposito del tuo stop nel settore va detta una cosa. C’è chi come te si è fermata o ritirata – parliamo sempre di colleghe a te contemporanee – mentre altre hanno continuato l’attività live nei locali, oppure si sono cimentate nella dimensione delle cam. Questi aspetti non ti hanno interessata?
Va detto che nel 2006 io ho aperto un club privè divenuto punta di diamante nel panorama europeo. Si trattava di un vero e proprio villaggio naturista sul modello di quelli degli ultimi anni ’80/primi ’90 con tanto di bungalow, per dirti. Mi piaceva l’idea di far capire e mostrare alla gente coinvolta un sesso vissuto liberamente, non come un tabù, integrato in un contesto suggestivo anche dal punto di vista ambientale. Questo concetto me lo porto dietro e mi piacerebbe riproporlo, per cui chissà…chi vivrà vedrà!
Per quanto riguarda le cam è vero, non le ho mai volute fare. Quando nacque l’idea, eravamo in pochissime ad avere la possibilità di realizzare le prime ‘dirette’, ma io in primis non mi ci son trovata: lo vedevo come un modo di avere un contatto con il pubblico troppo ‘virtuale’, appunto…e questo aspetto no, non mi piaceva.
Forse anche questa tua assenza nelle varie piattaforme dedicate al camming ha, per paradosso, acuito la curiosità intorno al tuo nome che non si trovava più in giro…
Ribadisco, io quando ho smesso l’ho fatto unilateralmente. Non aveva senso rimanere ‘a metà’. Del resto non ho mai pensato di riuscire ad avere un seguito come quello che ho avuto e ho a tutt’oggi…mi sono affacciata all’hard negli anni Novanta inoltrati, pensa che quando ho fatto la mia seconda fiera è arrivata la notizia della morte di Moana Pozzi. A questo proposito mi sono chiesta più volte se alla fine lei avesse avuto ancora voglia di far parte di quel mondo o fosse piuttosto una scusa per fare altro e stare altrove…il che va bene, sia chiaro, questo mondo è così: è sempre servito per dare adito a determinate fantasie. Noi in quanto pornostar abbiamo ‘forgiato’ delle fantasie che poi le persone che ci guardano vanno a cercare di realizzare altrove, è chiaro.


Diciamo che la tua entrata nel porno è coincisa con un cambiamento generazionale che all’epoca ha fatto sensazione per la tipologia dei contenuti proposti, ecco.
Per ogni cosa c’è un proprio periodo, con la fine di determinate realtà e lo sviluppo di nuove cose e nuovi concetti. Questo è valido anche nel modo che abbiamo di percepire la sessualità: rispetto a quello che viene inculcato in materia come ‘sbagliato’ o ‘proibito’ esistono delle forme di evoluzione del nostro pensiero che sfuggono alle nozioni della religione e degli insegnamenti preconcetti. Ecco che allora, in una fase di passaggio generazionale, si può avere un ampliamento del proprio spettro emotivo portando a voler fare e sperimentare altre cose. Cose che magari vengono viste com nuove ma che, in realtà, sono sempre esistite: il sesso di gruppo più o meno ‘estremo’ è un qualcosa con cui l’essere umano ha da sempre familiarità. Tutto questo ha subito però delle reclusioni in base all’educazione che abbiamo ricevuto, ecco perchè quando ti si manifestano davanti tu le percepisci come ‘novità’ e ‘stranezze’…non sei abituato a vederle, sarà sempre così. Logico che oggi è difficile pensare a cose ‘nuove’ in ambito hard, con tutto quello che viene già proposto: magari nella dimensione virtuale…resta il fatto che l’essere umano ha sempre da imparare in tutto ciò che lo riguarda, quindi anche nella sfera sessuale. Per come vivo il sesso io, posso dire che ‘carne chiama carne’, questo è certo: io sono sempre dalla parte della carne, non tanto del virtuale 🙂
‘Carne Chiama Carne’…ma lo sai che potrebbe essere un bel titolo per un ipotetico nuovo film! Ad ogni modo certo, quello ch’è stato il tuo approccio al porno senza dubbio era un qualcosa che già esisteva e veniva girato in produzioni straniere – penso alla GGG per esempio – la novità fu vedere un bukkake in un contesto tutto italiano, per essere chiari: quello che ha eccitato il fruitore medio dei videonoleggi a luci rosse dell’epoca fu il rendersi conto che la gang bang era una pratica sdoganata anche dalle nostre parti in forma di video porno, non solo un titolo straniero con volti e corpi esclusivamente provenienti dall’estero.
La logica è la stessa del periodo legato agli esordi di una Moana o di una Jessica Rizzo, se ci pensi. La coppia Jessica Rizzo – Marco Toto era la prima coppia italiana che si è vista nel mondo del porno italiano, tant’è che ha catturato l’attenzione dei media in un modo imprevisto e imprevedibile. Anche per me è stato lo stesso, considerando che pure io ho iniziato con mio marito ed abbiamo realizzato sempre insieme i nostri progetti. Insomma, Natasha sono io, ma il ‘Kiss’ è lui!

L’hard è stato anche nel vostro caso una decisione ‘di coppia’ dunque…
Certo. Quest’anno son 29 anni che siamo sposati. Come ti dicevo, abbiamo cominciato l’avventura nel mondo del porno insieme: lui mi è sempre stato vicino senza mai condizionarmi, nel modo più assoluto. Anzi, mi ha sempre lasciato i miei spazi decisionali.
Ed è stato sempre, se ben ricordo, parte attiva nel ‘mondo Natasha Kiss’…
Esatto: era lui che riprendeva, lui che si occupava dei montaggi, lui che ha creato il mio logo! Una cosa che il pubblico non sa è che io non ‘mi posso veder girare’: sono davvero molto critica per quanto riguarda le mie scene, trovo sempre qualcosa di me che non mi piace. Per cui nei miei film io montavo tutte le scene delle altre, le mie però le lasciavo a lui per un fatto di narcisismo, forse! Per cui capisci che mio marito è stato una parte essenziale di Natasha Kiss.

Va da sé che anche al momento del ritiro la decisione è stata unanime…
Si, assolutamente. Noi come NKCom siamo stati i primi in Italia a uscire con il formato BluRay. Una volta che tutto era pronto ci telefona un nostro rappresentante dicendo che i film erano già reperibili ‘per altre vie’, un giorno prima dalla loro pubblicazione ufficiale! Chiaro che a quel punto ci siamo detti che, se quello era l’andamento, forse era il caso di smettere…
Parlando di mercato, è innegabile che, col passare degli anni, abbiamo assistito ad un progressivo ridimensionamento del settore hard, questo già molto prima delle oggettive difficoltà legate alla pandemia…
E’ una situazione che non ho vissuto direttamente, penso che sarebbe stata dura. Posso dirti questo: io avrei sfruttato molto di più il canale web, cosa che noi italiani non siamo stati capaci di fare già agli antipodi. In particolare, direi che non abbiamo intuito tutte le potenzialità offerte da Internet in termini di visibilità, potere e denaro.
Appare logica da questo punto di vista la tua scelta di recuperare i vari film firmati NKCom e riproporli a mo’ di archivio dunque…
Film che su Internet erano già di dominio pubblico del resto. Per cui giusto farli confluire in un sito dalla sottoscritta, che li ha interpretati.
…sito di cui, presumo, si è occupato nuovamente Sergio (il marito di Natasha, nda)…
Diciamo che dietro NKCom c’è sempre stato un lavoro audiovisivo di varia natura, includendo documentari ‘normali’, per dirti. Per ciò che riguarda i siti a cominciare dalla mia prima piattaforma tutto viene seguito ‘da e tra noi’, non avrei fiducia in nessun altro.

Nelle vesti di produttrice per la sua Natasha Kiss Communications la nostra ha realizzato varie release interessanti nel periodo 2003/2006. Molti film possono essere visti sul sito ufficiale natashakiss.it, il catalogo relativo alle uscite della produzione è in costante aggiornamento.